Correva il 2015 quando Google annunciò che il numero di ricerche effettuate da smartphone avevano ormai superato quelle da desktop. Stava insomma cominciando quel cambiamento nei comportamenti delle persone che avrebbe portato al concetto dii mobile first.
Lo smartphone è diventato da tempo quasi un’appendice del nostro corpo o, se vogliamo metterla in termini psico-sociali, un’estensione del nostro io e parte della nostra identità personale.
Con lo smartphone scattiamo foto, facciamo sempre più acquisti dagli e-commerce, paghiamo le bollette e ci divertiamo: chattiamo su WhatsApp, scorriamo le foto di Instagram e possiamo giocare con videogame o a poker gratis seduti sul nostro divano, senza dover collegare nulla o senza altri costosi device da utilizzare.
Dunque, cosa si intende per “mobile first“? Semplicemente, di programmare siti web, e-commerce e magazine online pensando in primis alla visualizzazione da smartphone e dispositivi mobili. In altre parole, web design e contenuti dovrebbero essere strutturati e realizzati per essere fruiti da uno schermo piccolo senza perdere in usabilità e facilità di lettura.
Si tratta di un approccio che scavalca i vecchi modi di pensare e programmare i siti, i quali erano realizzati principalmente per desktop e poi adattati a essere visualizzati da mobile.
Era comunque indispensabile che anche da cellulare i contenuti potessero essere fruiti nel miglior modo possibile, per questo si creavano dei siti responsive, ossia che si adattavano al tipo di device utilizzato. Ma non bastava più, tant’è che Google, lo scorso marzo, ha annunciato il mobile first index: in poche parole, da marzo Google indicizza i siti dalla versione mobile.
Il mobile first si concentra sull’essenziale: il sito deve contenere ciò che serve e lo deve presentare agli utenti in modo chiaro e funzionale. L’user experience, cioè l’usabilità da parte delle persone, e la velocità sono fattori determinanti.
Come si può immaginare, il principio del mobile first pone dei problemi a chi si occupa della creazione dei siti, non tanto quando il sito va realizzato ex novo, ma quando c’è necessità di adattare i vecchi siti al nuovo algoritmo di Google.
La fase di programmazione si snellisce: il sito web deve avere solo gli elementi essenziali e una struttura “agile” che non solo possa essere personalizzata, ma che permetta anche l’integrazione più rapida di nuovi elementi.
Rendere le pagine web accessibili e facilmente fruibili da mobile è una necessità: il traffico da smartphone ha raggiunto livelli elevatissimi e un sito difficile da navigare perderà.
I contenuti dei siti, quindi, dovrebbero essere incentrati a risolvere un problema dell’utente; quante volte dal nostro smartphone abbiamo cercato gli orari di apertura di un negozio o come realizzare una ricetta, oppure il costo di un elettrodomestico? Al centro dovrebbero essere messe le esigenze delle persone e i siti dovrebbero avere il fine di risolvere eventuali problemi.
Realizzare siti web mobile first è il presente e il futuro del web design. Già oggi vediamo siti navigabili e rapidi da caricare, in linea con quanto richiesto da Google, che d’ora in avanti premierà sempre di più siti veloci, facili da navigare, completi e con una ux experience di qualità. Al bando, dunque, software arcaici come Flash, font illeggibili, link e contenuti complicati da visualizzare.
Tempi di caricamento brevi, facilità d’uso, link chiari e leggibili, informazioni utili in primo piano: il mobile first, in sintesi, chiede questo a un sito web, così da agevolare le attività quotidiane delle persone, che fanno sempre più cose con il proprio smartphone, forse anche troppe, dato che, come suggeriscono alcuni studi recenti, usare il cellulare in modo responsabile può allungare la vita.
Tuttavia, la situazione attuale è questa: lo smartphone è un compagno di vita costantemente presente nella vita di tutti noi, che non ci serve quasi più per chiamare ma per fare mille altre cose, tra le quali navigare. Ecco spiegata la scelta di Google di “lanciare” il mobile first index, una visione che metterà sempre più al centro la fruizione dei siti da smartphone piuttosto che da desktop.