Apple potrebbe presto permettere agli utenti europei di iPhone, iPad e Mac di scegliere assistenti vocali alternativi a Siri, come Alexa di Amazon o Gemini di Google. Questa mossa sarebbe un adeguamento alle normative europee sul digitale, in particolare il Digital Markets Act e il Digital Services Act, che mirano a promuovere la concorrenza e limitare il potere delle grandi aziende tecnologiche.
Secondo fonti citate da Bloomberg, l’azienda di Cupertino sta valutando attivamente questa apertura per evitare problemi legati al monopolio e garantire la conformità con le leggi dell’Unione Europea. Già in passato, Apple ha dovuto adattarsi alle normative UE, come nel caso del passaggio dal connettore Lightning all’USB-C, diventato obbligatorio per tutti i dispositivi venduti in Europa dall’autunno 2024.
Le limitazioni di Siri e la richiesta di alternative
Siri, l’assistente vocale di Apple, è spesso considerato meno avanzato rispetto ai concorrenti come Google Assistant, Gemini o i chatbot basati su intelligenza artificiale come ChatGPT e DeepSeek. Molti utenti e esperti del settore hanno sottolineato le carenze di Siri in termini di funzionalità e precisione, spingendo per una maggiore libertà di scelta.
Attualmente, Apple permette a Siri di interfacciarsi con ChatGPT per rispondere a determinate richieste, ma questa soluzione è vista come un ripiego. L’apertura a sistemi alternativi potrebbe semplificare l’accesso a tecnologie più avanzate direttamente dall’iPhone, migliorando l’esperienza utente.
Le pressioni dell’UE e i tempi di implementazione
Non è ancora chiaro quando questa modifica potrebbe essere effettivamente introdotta. Tuttavia, Bruxelles potrebbe esercitare pressioni su Apple per accelerare il processo, come già avvenuto con l’adozione dello standard USB-C. Secondo Bloomberg, Apple sta già lavorando agli aspetti tecnici necessari per consentire la sostituzione dell’assistente predefinito.
Inoltre, Apple ha recentemente concluso un accordo da 95 milioni di dollari per risolvere una controversia legale relativa a Siri, accusato di aver registrato conversazioni private senza il consenso degli utenti. Questo episodio ha sollevato ulteriori dubbi sulla privacy e la gestione dei dati da parte dell’assistente vocale di Apple.
Le reazioni degli utenti e il futuro di Siri
La possibilità di scegliere un assistente vocale alternativo è stata accolta con favore da molti utenti, soprattutto in Europa, dove le normative stanno spingendo per una maggiore concorrenza. Anche negli Stati Uniti, alcuni possessori di iPhone stanno chiedendo a gran voce una simile flessibilità.
Apple, da parte sua, potrebbe opporsi a questa apertura per mantenere gli utenti all’interno del suo ecosistema. Tuttavia, la crescente insoddisfazione verso Siri e il ritardo nell’implementazione delle novità annunciate con Apple Intelligence potrebbero spingere l’azienda a rivedere la sua strategia.
Se l’UE imponesse questa modifica, Apple si troverebbe di fronte a una sfida significativa: innovare rapidamente per rendere Siri più competitivo o accettare che molti utenti preferiscano alternative più avanzate. In ogni caso, questa evoluzione potrebbe segnare un punto di svolta nel mercato degli assistenti vocali.
