Microsoft ha finalmente rilasciato l’atteso rinnovamento del menu Start di Windows 11, un tentativo di risposta a anni di feedback critici da parte della comunità degli utenti.
L’aggiornamento promette di semplificare l’interfaccia con una visualizzazione a pagina singola, eliminando la precedente suddivisione, e concede maggiore controllo, ad esempio permettendo di rimuovere la sezione “Consigliati”.
Nonostante queste innovazioni di buon senso, l’implementazione pratica si scontra con una serie di fastidiosi bug software che trasformano una promessa di miglioramento in un’esperienza frustrante per l’utente quotidiano.
Uno dei problemi più eclatanti e controproducenti riguarda la gestione delle nuove installazioni.
Dopo aver installato con successo un nuovo programma, gli utenti si trovano di fronte a un menu Start che sembra ignorarne completamente l’esistenza.
La sezione “Tutte le app” può apparire vuota o non aggiornata, e nemmeno la funzione di ricerca di Windows, già notoriamente inaffidabile in molte circostanze, riesce a scovare l’applicazione.
La paradossale situazione vede il sistema operativo che ha registrato correttamente l’installazione, con i collegamenti e le cartelle del programma fisicamente presenti e accessibili tramite una navigazione manuale in Esplora file.
Eppure, il menu Start di Windows 11 si dimostra incapace di indicizzarli e renderli visibili.
L’unica soluzione temporanea finora identificata dagli utenti richiede un riavvio completo del computer o un riavvio forzato del processo “Esplora file” tramite Gestione attività.
Solo dopo questa procedura le applicazioni fantasma compaiono magicamente nell’elenco.
Lo scroll impazzito: un primo clic problematico
Un secondo bug, sebbene meno frequente, mina l’usabilità fondamentale del menu.
Al primo utilizzo dopo un avvio del sistema, quando un utente tenta di cliccare su un’applicazione posizionata a metà o verso il fondo dell’elenco, il menu reagisce in modo imprevisto.
Invece di avviare il programma selezionato, l’interfaccia compie uno scroll automatico e incontrollato, riportando la visualizzazione all’inizio della lista e impedendo di fatto la selezione desiderata.
Fortunatamente, questo comportamento anomalo sembra manifestarsi una sola volta per sessione: dopo il primo clic fallito, il menu Start ritorna a funzionare normalmente fino al successivo riavvio.
Bug già noti: perché sono arrivati nella versione stabile?
La presenza di questi difetti in un aggiornamento stabile solleva serie domande sul processo di testing di Microsoft.
Il nuovo menu Start, infatti, è stato sviluppato e sottoposto a mesi di prova all’interno del programma Windows Insider, che coinvolge milioni di tester volontari.
Problemi identici, incluso il bug dello scroll, erano già emersi e erano stati persino segnalati come risolti in precedenti build di anteprima, come la Insider 26220.6780 di ottobre e in un aggiornamento di settembre.
La loro ricomparsa nella versione definitiva indica una regressione o un problema di implementazione non adeguatamente risolto.
A questi si aggiungono segnalazioni di altri malfunzionamenti non direttamente legati al menu Start, come un bug del Task Manager che, invece di chiudersi, duplica il proprio processo a ogni riapertura, per il quale esistono comunque soluzioni alternative.
L’impatto di queste imperfezioni dipende fortemente dalle abitudini d’uso.
Un utente che installa raramente nuovi software e spegne il computer di rado potrebbe non imbattersi mai in questi inconvenienti.
Al contrario, per utenti attivi, professionisti o semplici appassionati che installano e testano regolarmente applicazioni, questi bug rappresentano un ostacolo significativo all’usabilità quotidiana.
L’impressione generale è che Microsoft, sebbene abbia mosso i passi giusti nell’ascoltare le richieste della community, debba ancora affinare la qualità del software che distribuisce, garantendo che le funzionalità di base di un sistema operativo commerciale come Windows 11 funzionino in modo fluido e prevedibile.
