Meta ha ufficializzato una delle novità più attese per l’app di messaggistica istantanea più utilizzata al mondo. Nel corso del 2026, WhatsApp introdurrà la possibilità di creare un nome utente, rivoluzionando il metodo di contatto che ha sempre caratterizzato la piattaforma. La funzione, facoltativa, permetterà di chattare e effettuare chiamate senza dover obbligatoriamente condividere il proprio numero di telefono, garantendo un nuovo livello di privacy sia per gli utenti privati che per le aziende.
La conferma ufficiale arriva dopo mesi di indiscrezioni e segnali inequivocabili rilevati nelle versioni beta dell’app per iOS e Android. Generalmente, queste build sperimentali servono proprio per testare e perfezionare le nuove funzioni in un ambiente controllato, ma non assicurano mai con certezza un rilascio nella versione stabile definitiva. Questa volta, però, non ci sono più dubbi: una guida per sviluppatori pubblicata da Meta cita esplicitamente il 2026 come anno del debutto degli username su WhatsApp.
Come funzionerà il nuovo sistema di contatto
A partire dal prossimo anno, il paradigma di utilizzo di WhatsApp cambierà in modo significativo. Fino ad oggi, per aggiungere un nuovo contatto è stato necessario conoscere e condividere il numero di cellulare, un dato personale e sensibile. Con l’introduzione del nome utente, gli utenti potranno essere cercati e contattati attraverso un identificativo univoco scelto dall’utente stesso. Questo significa che sarà possibile avviare una conversazione, una chat di gruppo o una videochiamata mantenendo il proprio numero di telefono completamente privato. La funzione sarà facoltativa, lasciando quindi la libertà di scegliere se utilizzare il metodo tradizionale o quello nuovo e più riservato.
Le ragioni di un’attesa così lunga
La roadmap di sviluppo rivela che l’implementazione degli username non è stata una semplice aggiunta, ma un’operazione complessa che ha richiesto una riprogettazione profonda dell’app. Il sistema di identificazione di WhatsApp, fin dalle sue origini, è stato infatti interamente basato sul numero di telefono. Integrare un nuovo identificativo univoco ha comportato una revisione completa dell’architettura software e significativi aggiornamenti infrastrutturali. Una delle sfide principali per gli ingegneri di Meta è stata garantire che questo cambiamento epocale non andasse a intaccare la crittografia end-to-end, il sistema di sicurezza che protegge il contenuto di messaggi e chiamate e che rappresenta un pilastro irrinunciabile dell’app.
Le tempistiche di lancio suggeriscono che gli utenti dovranno armarsi di pazienza. Agli sviluppatori che utilizzano le API di WhatsApp sono state richieste una serie di modifiche tecniche da completare entro giugno 2026. È quindi plausibile che il rilascio della funzione al grande pubblico non avvenga prima della metà dell’anno, probabilmente nella seconda metà del 2026.
Privacy e business: i vantaggi più significativi
L’eliminazione dell’obbligo di condividere il proprio numero di telefono rappresenta un avanzamento cruciale per la privacy e la sicurezza degli utenti. In un’epoca in cui la protezione dei dati personali è sempre più centrale, poter interagire senza divulgare un’informazione così delicata è un notevole passo avanti. Il vantaggio è particolarmente rilevante per il mondo del business. Per le aziende, che spesso gestiscono conversazioni con decine o centinaia di potenziali clienti, non dover più scambiare numeri di telefono reali crea un ambiente più professionale e sicuro. Si prevede che questa maggiore riservatezza possa incoraggiare le interazioni, facilitando l’inizio di nuove conversazioni commerciali senza la barriera della diffidenza legata alla condivisione di informazioni personali.
L’introduzione degli username segna una tappa fondamentale nell’evoluzione di WhatsApp, avvicinandola al modello di altre piattaforme social e di messaggistica mentre ne preserva i tratti distintivi in termini di sicurezza. Mentre si attende il 2026, la conferma ufficializza una transizione che renderà l’app più versatile e adatta alle esigenze di privacy di un pubblico sempre più vasto e consapevole.
