L’Unione Europea intensifica la sua azione di regolamentazione del panorama digitale, assegnando ufficialmente a WhatsApp lo status di Piattaforma Online di Grandi Dimensioni (VLOP). Questa designazione, che si applica specificamente alla sua funzionalità di canali aperti, obbliga l’app di messaggistica, proprietà del colosso Meta, a rispettare una serie stringente di obblighi in materia di moderazione dei contenuti, trasparenza pubblicitaria e gestione del rischio. La mossa della Commissione europea, attuata in applicazione del Digital Services Act (DSA), segna un passaggio cruciale nel tentativo di rendere le grandi piattaforme tecnologiche più responsabili e controllabili, allineando WhatsApp al percorso già intrapreso dalle sue consociate Facebook e Instagram.
Secondo quanto riportato da fonti autorevoli, tra cui Bloomberg, Meta sarebbe già stata informata della decisione imminente, anche se la Commissione non ha ancora rilasciato una dichiarazione pubblica formale. La designazione di VLOP non è una sorpresa, considerando che WhatsApp aveva comunicato lo scorso febbraio di aver superato la soglia critica di 45 milioni di utenti mensili attivi nell’Unione Europea, attestandosi a circa 46,8 milioni nella seconda metà del 2024. È proprio il superamento di questa soglia a innescare automaticamente l’applicazione del regime normativo più severo previsto dal DSA.
Cosa Cambia per WhatsApp con la Designazione VLOP
L’attribuzione dello status di Piattaforma Online di Grandi Dimensioni non è una mera formalità, ma conferisce all’Unione Europea un potere di supervisione e controllo significativamente maggiore. Le piattaforme designate come VLOP hanno generalmente a disposizione un periodo di quattro mesi dalla notifica ufficiale per conformarsi pienamente a un elenco dettagliato di nuovi obblighi. Per WhatsApp, questo si traduce in un impegno concreto su più fronti.
Innanzitutto, l’app dovrà sottoporsi a una verifica indipendente annuale per attestare la propria conformità a tutte le norme del DSA. Questo audit esterno rappresenta un controllo periodico e imparziale sulle sue operazioni. In secondo luogo, WhatsApp sarà tenuta a implementare e mantenere pratiche pubblicitarie trasparenti. Ciò significa che dovrà creare e rendere accessibile al pubblico, compresi ricercatori e utenti, un archivio completo e aggiornato di tutti gli annunci pubblicitari diffusi attraverso i suoi canali aperti.
Un altro pilastro fondamentale degli obblighi è la valutazione e mitigazione proattiva dei rischi sistemici. WhatsApp dovrà analizzare e affrontare in modo continuativo i pericoli legati alla diffusione di contenuti illegali, alla potenziale manipolazione dei processi elettorali, alla violazione dei diritti fondamentali, alla tutela dei minori e alla sicurezza pubblica. Per garantire che gli utenti possano segnalare facilmente problematiche, la piattaforma dovrà fornire meccanismi chiari ed efficienti per la segnalazione di contenuti illeciti.
Infine, il DSA impone di offrire agli utenti opzioni nei sistemi di raccomandazione che non si basino sulla profilazione. Questo dà la possibilità di fruire dei contenuti proposti dai canali senza che l’algoritmo utilizzi i propri dati personali per personalizzare l’esperienza, un principio chiave per la tutela della privacy.
Impatto Limitato ai Canali Aperti, Messaggistica Privata Non Toccata
Un aspetto cruciale da chiarire è che l’impatto di questa nuova regolamentazione sarà circoscritto esclusivamente alla sfera pubblica di WhatsApp: i suoi canali aperti. Questa funzionalità, che permette a creator, brand e organizzazioni di diffondere messaggi a un vasto pubblico di follower, è l’unica a rientrare nel mirino del DSA. Al contrario, i servizi di messaggistica individuale e privata, il cuore dell’app, non subiranno alcuna modifica diretta.
Le conversazioni private uno-a-uno e di gruppo continueranno a beneficiare della cifratura end-to-end, mantenendo intatta la loro natura confidenziale. L’Unione Europea ha voluto operare una distinzione netta tra la diffusione pubblica e potenzialmente virale di contenuti, che richiede un maggiore controllo, e lo scambio di comunicazioni private tra individui, che rimane un ambito protetto e sostanzialmente non influenzato da queste nuove regole.
Con questo passaggio, WhatsApp entra ufficialmente nel novero delle grandi piattaforme tecnologiche soggette alla massima sorveglianza normativa dell’UE. Si unisce infatti a un elenco che già include le sue società sorelle Facebook e Instagram, oltre ad altri giganti del settore come Amazon, Google e ByteDance (proprietaria di TikTok). Tutte queste aziende sono ora tenute agli stessi obblighi di trasparenza, accountability e mitigazione del rischio, segnando un cambio di paradigma nel rapporto tra regolatori e Big Tech. Questo è solo l’ultimo passo di un percorso più ampio che mira a creare un ambiente digitale più sicuro e prevedibile per i cittadini europei.
