Poche ore fa, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato una nuova minaccia contro Apple, annunciando la possibile introduzione di dazi del 25% su tutti gli iPhone venduti negli USA e non prodotti sul territorio americano.
Parallelamente, ha anche rivolto un avvertimento all’Europa, minacciando dazi fino al 50%. Una mossa che rientra nel suo stile comunicativo diretto e spesso imprevedibile.
Secondo Ming-Chi Kuo, noto analista di TF Securities, per Apple sarebbe più conveniente assorbire i costi dei dazi piuttosto che trasferire la produzione negli Stati Uniti.
Kuo ha espresso questa opinione in un messaggio conciso su Twitter, senza approfondire ulteriormente le ragioni alla base della sua analisi.
Le sfide di una produzione negli USA
Con Trump, le dichiarazioni sono spesso caratterizzate da un alto grado di imprevedibilità, soprattutto durante il suo secondo mandato.
La costruzione di nuove fabbriche negli Stati Uniti richiederebbe tempi lunghi e investimenti significativi.
Inoltre, è importante ricordare che Apple non possiede direttamente le fabbriche, ma si affida a partner strategici come Foxconn e Pegatron, che lavorano anche per altri clienti.
Trasferire la produzione negli USA comporterebbe anche costi salariali molto più elevati per gli operai, con un impatto notevole sui prezzi finali dei dispositivi.
Trump e la strategia dei dazi: precedenti e rischi
La storia recente dimostra che Trump non esita a innalzare le tariffe doganali in modo drastico, come già avvenuto con la Cina.
Nulla gli impedirebbe di alzare ulteriormente la posta, portando i dazi al 30%, 40% o addirittura al 50%.
In un contesto del genere, dove una delle parti coinvolte non sembra avere limiti nella negoziazione, ogni scenario diventa possibile.
Apple si troverebbe quindi a dover valutare attentamente le proprie opzioni, bilanciando costi, tempistiche e rischi geopolitici.
Le reazioni del mercato e gli scenari futuri
Le minacce di Trump potrebbero avere ripercussioni significative non solo su Apple, ma sull’intero settore tecnologico.
Gli investitori potrebbero mostrare preoccupazione per l’instabilità politica e le possibili ripercussioni sui margini di profitto.
Nel frattempo, l’Europa si prepara a possibili contromisure, mentre Apple valuta se resistere alla pressione o cercare soluzioni alternative.
Una cosa è certa: in un clima così volatile, ogni mossa potrebbe avere conseguenze impreviste.