Ancora una volta ci troviamo a dover commentare una bufala che si propaga a gran velocità tra gli utenti meno accorti di WhatsApp. Gli utenti più anziani e quelli in generale più sprovveduti e ingenui si confermano il bersaglio preferito dei malintenzionati in rete.
Il messaggio-truffa che negli ultimi giorni ha fatto tanto discutere vedrebbe un ritorno del servizio di messaggistica più popolare al mondo in veste di applicazione a pagamento. Le tariffe sarebbero di 1 centesimo a messaggio o 1 euro al mese.
Si tratta ovviamente di una modalità per estorcere dati personali, informazioni sensibili e quindi denaro dagli utenti meno attenti. Il problema di queste truffe è che sfruttando il meccanismo delle catene di Sant’Antonio, la loro diffusione avviene con velocità esponenziale e incontrollabile.
La nostra raccomandazione è quella di evitare sia di fornire qualsivoglia dato a queste richieste di pagamento, che di arrestare sul nascere l’invio compulsivo e virale di questi avvisi che creano solo panico e isteria tra chi, purtroppo, abbocca all’esce lanciata dagli hacker che sperano tramite il phishing di guadagnare soldi facili.
Non è la prima volta, e di certo non sarà l’ultima, che si discute di questo tema apparentemente banale che però continua a colpire i più deboli e i meno esperti, rivelandosi una truffa purtroppo ancora efficace e difficile da bloccare.