Un evento che potrebbe segnare l’inizio di una nuova era nella scienza e nella biotecnologia. L’azienda americana Colossal Biosciences ha annunciato di aver riportato in vita il metalupo (Aenocyon dirus), un predatore leggendario estintosi circa 12.500 anni fa.
Secondo la dichiarazione ufficiale, tre cuccioli sani – chiamati Romolo, Remo e Khaleesi – sono nati grazie a un processo che unisce DNA antico, clonazione e tecnologie avanzate di editing genetico. Si tratta, secondo l’azienda, della prima rinascita riuscita di una specie estinta nella storia dell’umanità.
Chi erano i metalupi?
I metalupi, famosi per aver ispirato i “direwolves” della serie Game of Thrones, erano tra i più temuti predatori del Nord America preistorico.
Più grandi e muscolosi degli attuali lupi grigi, possedevano mascelle potenti, un cranio massiccio e una pelliccia folta, elementi distintivi oggi ricreati con successo nei nuovi esemplari.
Una struttura segreta per i primi tre cuccioli
I tre cuccioli sono nati tra ottobre e dicembre dello scorso anno e ora vivono in una struttura segreta, protetta 24 ore su 24 da guardie armate, droni e telecamere in live streaming.
L’area, grande oltre 2.000 acri, è recintata con barriere alte oltre 3 metri ed è approvata dall’American Humane Association e registrata presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti.
Come sono stati riportati in vita?
Il processo è stato reso possibile grazie all’analisi di due fossili di metalupo, da cui è stato estratto DNA antico: un dente di 13.000 anni e un cranio di 72.000 anni.
Gli scienziati hanno poi mappato il genoma della specie con altissima precisione e lo hanno confrontato con quello di lupi grigi, coyote e volpi, per isolare le caratteristiche genetiche uniche del metalupo.
Utilizzando la tecnologia CRISPR, sono state apportate 20 modifiche genetiche su 14 geni diversi nelle cellule di un lupo grigio.
Queste cellule modificate sono state poi impiantate in ovuli di cane, portando a tre gravidanze di successo. Le madri surrogate, infatti, erano cani di grossa taglia, scelti appositamente per tollerare meglio il processo.
Quanto sono “veri” questi metalupi?
Nonostante l’entusiasmo, non mancano i dubbi. Secondo alcune fonti, tra cui NewScientist, i cuccioli prodotti sarebbero lupi grigi geneticamente modificati, piuttosto che autentici esemplari della specie estinta.
Le modifiche genetiche, per quanto precise, potrebbero non essere sufficienti a riprodurre fedelmente il comportamento, l’ecosistema interno e l’adattabilità dell’animale originale.
Colossal guarda già al futuro: dodo, tigre della Tasmania e mammut
Fondata nel 2021 da Ben Lamm e dal celebre genetista di Harvard George Church, Colossal Biosciences ha raccolto oltre 435 milioni di dollari in investimenti.
L’azienda lavora anche a progetti di de-estinzione di altre specie iconiche come il mammut lanoso, il dodo e la tigre della Tasmania. Il primo cucciolo di mammut, secondo quanto dichiarato, dovrebbe nascere entro il 2028.
Un futuro per le specie in via di estinzione?
Colossal sottolinea che le tecnologie sviluppate per il progetto metalupo potrebbero essere cruciali anche per la salvaguardia delle specie a rischio.
La stessa tecnica è stata applicata alla riproduzione di due gruppi di cuccioli di lupo rosso (Canis rufus), la specie di lupo più minacciata al mondo. In questo caso, è stato usato un metodo di clonazione meno invasivo e più sicuro per le madri surrogate, aumentando la probabilità di successo delle nascite.
Tra etica e scienza: un esperimento rivoluzionario o un gioco pericoloso?
La comunità scientifica è divisa. C’è chi vede in queste operazioni una forma di “Frankenstein moderno”, mentre altri riconoscono il potenziale rivoluzionario di queste tecnologie per la biodiversità e la resilienza ecologica.
Tuttavia, restano aperte questioni cruciali: questi animali possono davvero vivere in natura? E se sì, che impatto avranno sugli ecosistemi attuali, profondamente mutati rispetto a migliaia di anni fa?
Per ora, Romolo, Remo e Khaleesi crescono sotto osservazione, in attesa di capire se il loro ritorno rappresenterà davvero l’inizio di una nuova era nella storia della vita sul pianeta Terra.