Il superbollo, la tassa sulle auto più potenti introdotta nel 2011, torna al centro del dibattito politico. Dopo anni di promesse non mantenute, l’attuale Governo ha riacceso le speranze di una sua progressiva eliminazione. Ma quali sono le novità e come potrebbe avvenire concretamente la cancellazione? Ecco lo stato dell’arte e le prospettive future.
Il superbollo: come funziona e perché è contestato
Il superbollo colpisce i veicoli con una potenza superiore ai 185 kW, applicando un prelievo di 20 euro per ogni kW eccedente questa soglia. Nel tempo, l’importo diminuisce in base all’età dell’auto:
- Dopo 5 anni dall’immatricolazione: 12 euro per kW
- Dopo 10 anni: 6 euro per kW
- Dopo 15 anni: 3 euro per kW
- Dopo 20 anni: abolizione completa
Questa tassa è stata spesso criticata per il suo impatto sul mercato automobilistico, penalizzando in particolare le case produttrici di auto sportive e di lusso. Nonostante le entrate limitate per lo Stato (circa 200 milioni di euro annui), il superbollo è rimasto invariato negli anni, diventando un simbolo della pressione fiscale sui possessori di vetture ad alte prestazioni.
La roadmap per l’abolizione: i possibili step
A maggio 2023, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato che si procederà per gradi, alzando progressivamente la soglia di potenza che determina l’applicazione del superbollo. Le ipotesi sul tavolo prevedono:
- Un primo innalzamento della soglia da 185 kW a 210-220 kW
- Successivamente, un ulteriore aumento fino a 250 kW
- Infine, la completa abolizione della tassa
Secondo fonti vicine al Ministero, la prima modifica potrebbe arrivare già entro la fine dell’estate 2023, con un decreto che ridefinisca i parametri attuali. L’obiettivo è alleggerire gradualmente il carico fiscale, dando al contempo tempo al mercato di adattarsi e al Governo di trovare le necessarie coperture.
Le implicazioni per il mercato automobilistico
L’abolizione del superbollo potrebbe avere importanti ripercussioni sul settore auto. Gli analisti prevedono:
- Una ripresa delle vendite di auto sportive e ad alte prestazioni
- Un possibile incremento delle immatricolazioni di vetture di lusso
- Maggiore competitività per i brand italiani come Ferrari e Lamborghini
- Un aumento delle entrate fiscali legate all’IVA e all’omologazione
Tuttavia, alcuni osservatori mettono in guardia dal rischio di un aumento del parco auto più inquinante, in contrasto con le politiche di transizione ecologica. Per questo, non è escluso che alla cancellazione del superbollo possano accompagnarsi nuove misure per incentivare la mobilità sostenibile.
La strada verso l’abolizione definitiva del superbollo sembra quindi ancora lunga e lastricata di incertezze. Nonostante le rassicurazioni del Governo, molti automobilisti preferiscono mantenere un atteggiamento cauto, memori delle numerose promesse non mantenute nel passato. Solo l’effettiva pubblicazione di un decreto legge potrà sciogliere ogni dubbio e segnare una svolta concreta in questa annosa questione.