L’accesso a Streaming Community, la piattaforma illegale per film e serie TV, è diventato impossibile per migliaia di utenti. Dietro l’apparente oscuramento si nasconde un’operazione ben più articolata: le autorità stanno utilizzando una trappola honeypot per raccogliere gli indirizzi IP degli utenti, aprendo la strada a sanzioni pecuniarie fino a 154€. Ecco cosa sta succedendo e quali rischi corrono i navigatori.
La strategia dell’honeypot: come funziona la trappola per gli IP
Mentre sui social si moltiplicano le segnalazioni di impossibilità di accesso a Streaming Community, emerge un dettaglio inquietante: il sito non è semplicemente offline, ma reindirizzato verso un server controllato dalle autorità. Questo sistema, noto come honeypot, ha lo scopo di registrare gli indirizzi IP di chi tenta di connettersi, creando un database di potenziali sanzionabili.
Gli esperti di cybersecurity confermano che la tecnica è efficace per identificare gli utenti, anche se questi utilizzano VPN basiche. Il nucleo specializzato della Guardia di Finanza, in collaborazione con Agcom, avrebbe già raccolto migliaia di indirizzi, con oltre 2.000 multe notificate nelle ultime settimane.
Piracy Shield è davvero la causa? Le dichiarazioni degli admin
I gestori di Streaming Community puntano il dito contro Piracy Shield, il sistema anti-pirateria italiano che permette blocchi DNS ogni 30 minuti senza ordine giudiziario. “L’Italia è l’unico paese in Europa con queste regole draconiane”, hanno scritto sul loro canale Telegram, denunciando “una censura di Stato”.
Tuttavia, fonti vicine all’Agcom smentiscono il coinvolgimento diretto di Piracy Shield in questa fase, precisando che il protocollo per film e serie TV non è ancora attivo. L’offensiva corrente sarebbe invece frutto del nuovo accordo operativo tra Agcom e Guardia di Finanza, che ha introdotto sanzioni automatiche per gli utenti.
Le multe da 154€ e il rischio concreto per gli utenti
Il nuovo regime sanzionatorio prevede:
- Una multa base di 154 euro per il primo accesso a contenuti pirata
- Aumenti progressivi in caso di recidiva
- Notifiche automatiche basate sugli indirizzi IP raccolti
A differenza del passato, quando i provvedimenti riguardavano quasi esclusivamente i gestori dei siti, ora il bersaglio sono direttamente gli utenti finali. Le multe vengono inviate via posta elettronica certificata (PEC) o raccomandata, con termini di pagamento tassativi.
Gli esperti avvertono: anche chi ha utilizzato Streaming Community mesi fa potrebbe essere nella lista, poiché le indagini retroattive sono possibili. Il consiglio è di cancellare immediatamente eventuali app o segnalibri legati alla piattaforma e valutare servizi legali come Netflix, Disney+ o Prime Video, il cui costo è spesso inferiore alla sanzione base.
L’era dell’impunità per la pirateria digitale in Italia sembra conclusa. Con tecnologie sempre più sofisticate e un quadro normativo severo, le autorità stanno dimostrando di voler colpire non solo i provider, ma anche chi consuma contenuti illegali. Una svolta che potrebbe cambiare per sempre le abitudini degli italiani online.