Snapchat nel 2017 si è affermato come il social preferito dai giovani. Eppure, nonostante tutto il successo riscosso, è probabilmente destinato ad essere schiacciato, alla lunga, dalla concorrenza di Facebook e Instagram. La condotta di Zuckerberg, sotto questo punto di vista, è stata discutibile.
L’app di messaggistica istantanea è stata protagonista di una notevole scalata al successo. Il grande passo è stata la quotazione in borsa nel Marzo di quest’anno, ben 34 miliardi di dollari: questo era inizialmente il valore della società Snap a Wall Street. Cifre stratosferiche, non c’è dubbio. Anche se tra alti e bassi, in questi ultimi giorni il social del fantasmino ha superato Facebook quanto ad utenti attivi nelle fasce d’utenza più giovani. In particolare in quella 12-17 anni, l’azienda di Evan Spiegel non teme confronti.
Snapchat ha scelto con coraggio di non vendersi al circolo di Zuckerberg: questo aveva offerto una cospicua somma alla Snap per incorporare l’azienda, quando ancora non era così popolare come oggi. In un’epoca caratterizzata da un capitalismo monopolistico, in cui o ci si allea con lo squalo o questo ci divora, Snapchat ha scelto di continuare per la propria strada. Da lì, Facebook ha avviato una concorrenza sleale e spietata clonando le funzioni che avevano reso il rivale così apprezzato.
Poke nel 2013 e Slingshot nel 2014 non sono riusciti a costituire una minaccia, per fortuna del social neonato (in quel periodo). Il messaggio che il colosso di Menlo Park voleva inviare era però chiaro: o con noi, o contro di noi. E non ha giocato molto pulito, quando ha aggiunto a social molto importanti come WhatsApp, Instagram e lo stesso Facebook le storie, contenuti che si autodistruggono dopo solitamente 24 ore. Letteralmente un copia e incolla che ovviamente ha danneggiato e rubato a Snapchat una considerevole porzione d’utenza.
Al momento, il fantasmino se la passa ancora abbastanza bene. In borsa tuttavia molti azionisti temono una caduta dei valori azionari in seguito all’iniziale euforia. Alla lunga però, come premesso, la concorrenza (Instagram in primis) ne intaccherà pesantemente lo sviluppo. Il problema di Snapchat risiede anche nel software: l’app è abbastanza pesante, non fluidissima, energivora e assetata di GB. Instagram sotto questo punto di vista è meglio ottimizzata e gode di una base di utenti maggiore in quanto collegata direttamente a Facebook.
Personalmente ammiro l’intraprendenza di Spiegel, ma non posso non avere una visione pessimistica circa il futuro del suo social network. Basti pensare che Google, per fortificare la sua posizione nel settore, offrì nel 2016 30 miliardi di dollari per acquistare Snapchat. Spiegel però rifiutò, sull’onda dell’entusiasmo in quanto prossimo alla quotazione in borsa della società. Oggi la sua attività vale circa 15 miliardi di dollari, praticamente la metà.