In un’epoca dominata da Zoom, Google Meet e Slack, può sembrare difficile da credere, ma Skype è stato per anni il principale strumento per restare in contatto con amici, familiari e colleghi. Nato nel 2003 e acquisito da Microsoft nel 2011, il software ha rivoluzionato la comunicazione online, permettendo chiamate vocali e video attraverso internet. Una vera innovazione per il suo tempo, destinata però a un declino inesorabile. Lo scorso febbraio, Microsoft ha annunciato la chiusura definitiva del servizio, invitando gli utenti a migrare su Teams o esportare i propri dati. Sebbene Skype sia ormai storia, il suo ricordo – e quel jingle iconico – rimarranno per sempre nell’immaginario collettivo.
Skype era il mio legame con casa
Nel 2006, a 18 anni, ho lasciato gli Stati Uniti per vivere in Giappone. Senza smartphone e con internet a banda larga ancora agli albori, Skype è stato la mia ancora di salvezza. Chiamare gli amici o la famiglia costava meno rispetto alle tradizionali telefonate internazionali. La qualità non era sempre perfetta, ma sentire quel jingle mi rassicurava: sapevo che casa era a portata di clic. Anni dopo, quando mio padre si trasferì in Corea per cure mediche, Skype è stato l’unico modo per vederlo. Oggi usiamo tutti app diverse, ma sono grata a Skype per avermi sostenuto nei momenti più difficili. – Victoria Song, senior reviewer
Le chiamate internazionali costavano troppo senza Skype
Ricordate il primo iPhone? No, non quello di Apple. Nel 2007 recensii il Linksys iPhone CIT400, un telefono fisico compatibile con Skype. Era rivoluzionario perché permetteva chiamate vocali come un normale telefono di casa. Per me fu essenziale: la mia ragazza (ora moglie) viveva in Italia, e senza Skype le telefonate sarebbero state proibitive. – Todd Haselton, deputy editor
Una ancora di salvezza insostituibile
Inizialmente evitai Skype, ma quando il mio operatore bloccò le chiamate internazionali, divenne l’unica soluzione. Scaricai l’app e acquistai crediti: era economico e funzionava. Peccato che sia finita così. – Jess Weatherbed, news writer
Skype nel mondo dei podcast
Quando iniziai a produrre podcast per The Verge nel 2015, Skype era fondamentale. Lo usavamo per registrare Ctrl-Walt-Delete con Walt Mossberg e per chiamare ospiti senza account Skype. Con Vergecast, sfruttavamo la funzione NDI per i live su YouTube. Poi arrivò Zoom, e Skype diventò obsoleto. – Andru Marino, senior producer
Lo strumento preferito degli autori
Mio marito Jim Freund conduceva un programma radiofonico su WBAI-FM, e Skype era perfetto per intervistare scrittori da remoto. Era intuitivo e la qualità superiore alla telefonia tradizionale. Con l’acquisizione di Microsoft, speravamo in miglioramenti, ma Skype fu trascurato. Negli ultimi anni, quando proponevamo Skype agli ospiti, molti rispondevano: “Cos’è?”. Segno che era già storia. – Barbara Krasnoff, reviews editor
Il jingle indimenticabile
Nel 2015 studiai la sound design di Skype: suoni organici come vento, bolle e voci umane. Ironia della sorte, quel jingle mi è rimasto in testa per anni. “Doo dee doo, dee doo dee” è ormai un ricordo nostalgico. – Adi Robertson, senior editor, tech and policy
Skype ha segnato un’epoca, dimostrando che la tecnologia può avvicinare le persone. Nonostante il suo declino, resterà per sempre il pioniere delle videochiamate, un simbolo di connessione in un mondo sempre più digitale.