La corsa contro il tempo di Shein per evitare l’applicazione dei dazi statunitensi si è conclusa con un fallimento.
Nonostante gli sforzi del colosso cinese del fast-fashion, tra cui l’assunzione di lobbisti di alto livello e l’invio del presidente Donald Tang a Washington, la revoca dell’esenzione per le spedizioni sotto gli 800 dollari voluta da Donald Trump è diventata realtà.
Un’analisi pubblicata da Wired rivela i dettagli di una strategia multimilionaria che non ha convinto gli oppositori della Cina nell’entourage del MAGA.
Il piano di Shein: tra lobbisti e ex funzionari Trump
Shein ha investito milioni di dollari in attività di lobbying per cercare di mantenere l’esenzione che le permetteva di evadere i dazi sulle importazioni negli Stati Uniti.
L’azienda ha assunto professionisti con legami con l’amministrazione Trump, puntando sulla loro influenza per modificare la decisione.
Tra le mosse più eclatanti, la visita del presidente Donald Tang presso alcuni think tank conservatori vicini all’ex presidente, noti per le loro posizioni dure verso la Cina.
Nonostante gli sforzi, la strategia non ha prodotto i risultati sperati, lasciando Shein esposta a costi aggiuntivi che potrebbero minare il suo modello di business basato su prezzi ultra-competitivi.
La fine dell’esenzione e le conseguenze per il fast-fashion
La revoca dell’esenzione per le spedizioni di valore inferiore agli 800 dollari rappresenta un colpo durissimo per Shein e per altri retailer che sfruttavano questa agevolazione.
Il provvedimento, voluto da Trump e sostenuto da molti esponenti politici, mira a ridurre il vantaggio competitivo delle aziende cinesi rispetto ai produttori americani.
Per Shein, che basa la sua offerta su capi a bassissimo costo e spedizioni dirette dalla Cina, l’impatto potrebbe essere significativo.
Alcuni analisti prevedono un possibile aumento dei prezzi per i consumatori statunitensi, con ripercussioni sulla quota di mercato del brand.
Le reazioni del mercato e il futuro di Shein
La notizia ha già iniziato a influenzare le valutazioni sul futuro di Shein nel mercato statunitense, uno dei più importanti per l’azienda.
Alcuni competitor hanno colto l’occasione per sottolineare l’importanza di catene di approvvigionamento più trasparenti e sostenibili, in contrasto con il modello di Shein.
Intanto, l’azienda cinese potrebbe essere costretta a rivedere la sua strategia, valutando opzioni come:
- l’apertura di magazzini negli Stati Uniti per ridurre i costi logistici
- la diversificazione dei mercati di riferimento
- un aumento dei prezzi, con possibili ripercussioni sulla fedeltà dei clienti
La battaglia sui dazi dimostra come il clima politico e le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continuino a influenzare pesantemente le strategie delle aziende globali.