Il governo britannico lancia un piano da 100 milioni di sterline per sostenere il settore dell’intelligenza artificiale nazionale, impegnandosi ad agire come “primo cliente” per le aziende locali che sviluppano tecnologie all’avanguardia per i chip. L’annuncio è stato fatto dal Segretario alla Scienza, Liz Kendall, che ha modellato l’iniziativa sul modello utilizzato per l’acquisto dei vaccini durante la pandemia di Covid-19. L’obiettivo dichiarato è stimolare la crescita e consolidare la posizione del Regno Unito, che vanta il terzo mercato dell’AI più grande al mondo, dietro solo a Stati Uniti e Cina.
Liz Kendall ha spiegato che l’esecutivo offrirà pagamenti garantiti a startup britanniche specializzate nella produzione di hardware per l’intelligenza artificiale, in particolare chip per l’inferenza AI, che sono cruciali per settori chiave come le scienze della vita e i servizi finanziari. Il meccanismo, denominato “impegno del primo cliente”, prevede che il governo si impegni in anticipo all’acquisto di questa tecnologia una volta che essa raggiunga determinati standard prestazionali prefissati.
Una strategia per competere a livello globale
Kendall ha riconosciuto che la cifra di 100 milioni di sterline “può sembrare modesta se paragonata ai miliardi spesi” da Stati Uniti e Cina nella corsa globale ai semiconduttori. Tuttavia, ha sottolineato come l’iniziativa non miri a eguagliare le risorse delle superpotenze, bensì a “dimostrare la leadership del governo in quelle aree in cui riteniamo di poter essere assolutamente all’avanguardia mondiale”. L’intento è quello di inviare un segnale forte al mercato e attirare ulteriori investimenti privati, creando un ecosistema favorevole all’innovazione.
Secondo i dati forniti dallo stesso governo, il mercato dell’intelligenza artificiale nel Regno Unito è valutato oltre 72 miliardi di sterline, un dato che conferma il suo peso sullo scacchiere internazionale. Nonostante questa posizione di rilievo, gli investimenti privati nel settore rimangono significativamente inferiori a quelli statunitensi. L’Indice dell’Intelligenza Artificiale della Stanford University per il 2024 riporta che gli investimenti privati negli USA hanno raggiunto i 109,1 miliardi di dollari, a fronte dei 4,5 miliardi del Regno Unito, evidenziando un divario che la nuova misura cerca di colmare.
Il meccanismo di acquisto anticipato
Il Segretario alla Scienza non ha fornito dettagli operativi estremamente precisi sul funzionamento del “meccanismo di pagamento anticipato”, ma ha chiarito la filosofia alla base dell’intervento. Le aziende britanniche operanti nel campo dei “chip di fascia alta” saranno informate che “il governo acquisterà quella tecnologia quando avrà raggiunto un determinato standard”. Questo approccio, ispirato all’acquisizione rapida dei vaccini anti-Covid, mira a ridurre il rischio per le imprese innovative, garantendo loro uno sbocco di mercato certo e permettendo loro di concentrarsi sulla ricerca e lo sviluppo.
L’iniziativa si concentra specificamente sui chip per l’inferenza AI, che sono i componenti hardware dedicati all’esecuzione di modelli di intelligenza artificiale già addestrati, rendendo possibile il loro utilizzo pratico in applicazioni reali. Questa scelta strategica indica una volontà di puntare su un segmento tecnologico ad alto valore aggiunto, fondamentale per abilitare l’AI in settori produttivi consolidati, piuttosto che tentare di competere nella costosissima fase di produzione dei chip più generici.
La mossa del governo arriva in un momento di accesa competizione globale per la sovranità tecnologica, in cui nazioni e blocchi economici stanno investendo massicciamente per ridurre la dipendenza da pochi produttori stranieri di semiconduttori. L’Unione Europea, con il suo Chips Act, e gli Stati Uniti, con il loro omonimo CHIPS and Science Act, hanno già avviato piani di finanziamento plurimiliardari. Il piano britannico, sebbene di portata finanziaria più contenuta, cerca di ritagliarsi uno spazio unico, agendo non come finanziatore diretto ma come cliente di riferimento, un ruolo che potrebbe rivelarsi altrettanto catalizzatore per la filiera industriale nazionale.
