Sebbene il nome di un device possa sembrare l’ultima cosa di cui tener conto, il peso psicologico di questo fattore non è da poco. E’ superfluo specificare quanta attenzione dal punto di vista del marketing sia riposta in questo ambito. Il nome è la presentazione di uno smartphone, è il suo modo di dire al mercato: “ci sono anche io!”. Con una maggiore attenzione, intendo analizzare alcune manovre delle grandi aziende che non hanno lasciato al caso i nomi dei loro prodotti.
Perché il nome di uno smartphone è importante?
Ogni giorno decine di prodotti inondano il mercato smartphone, e ormai qualsiasi terminale gode di un suffisso che ne vuole tendenzialmente indicare il tipo di acquirente. E’ quindi fondamentale indirizzare il nuovo prodotto immediatamente verso una determinata fascia economica e un certo tipo di utenza. Il rischio è ovviamente che l’identità del telefono non sia sufficientemente evidenziata.
Osserviamo ad esempio Asus. Nel corso degli anni ad ogni release di una nuova gamma parole come Zoom, Max, Laser e Pro indicavano le caratteristiche peculiari di ogni Zenfone, dal sensore della fotocamera alla batteria smisurata. Senza queste indicazioni, la clientela meno esperta non sarebbe stata in grado di muoversi facilmente tra questi prodotti e scegliere con criterio.
Consideriamo adesso Apple ed il suo nuovissimo iPhone X. La X si riferisce a 10, in quanto lo smartphone è una sorta di “commemorazione” del primo iPhone, uscito per l’appunto nel 2007. Questo distacco di 2 numeri nel nome rispetto ad iPhone 8, per quanto fine a se stesso, ha invece un grande significato simbolico. iPhone X non è solo il prodotto successivo ad iPhone 8, ma è un qualcosa di nettamente superiore ed innovativo.
Anche Samsung con la linea Galaxy S e Galaxy Note ha ragionato in questo modo. Quando uscì il Galaxy Note durante la generazione S7, la casa di sviluppo preferì denominare il 6° modello della linea phablet come Galaxy Note 7, per non apparire come arretrato rispetto alla linea S e alla linea iPhone 7. Agli occhi di un utente poco aggiornato, tutto ciò influenza molto più di quanto possa sembrare.
Bisogna poi tener conto di alcuni suffissi come Pro. Nati dall’esigenza di indicare una versione upgradata di uno smartphone già esistente e dedicata a chi vuole il massimo in termini di prestazioni, oggi è molto abusato. Moltissimi sono infatti i cinafonini che con questo appellativo tentano di far apparire i propri prodotti come smartphone di una certa qualità, cosa che spesso però non accade.
Problema inverso accade spesso invece con Huawei. Indicando le versioni meno esigenti, ma comunque di ottima qualità, con il suffisso Lite, spesso questi terminali vengono snobbati in quanto considerati solo come dei “fratelli minori” di altri smartphone top di gamma, nonostante tutti i pregi.