L’implementazione del nuovo standard di ricarica wireless Qi 2 da parte di Google sui Pixel di decima generazione, battezzata Pixel Snap, è stata accolta con entusiasmo dalla comunità tech. Tuttavia, uno dei primi accessori lanciati per sfruttare questa tecnologia, il Pixel Snap Ring, sta già mostrando i primi segni di criticità. A distanza di poche settimane dal lancio, numerosi utenti segnalano problemi di viti allentate che compromettono la stabilità e la funzionalità dello stand magnetico.
Il Pixel Snap Ring si presenta come un accessorio essenziale e intelligente: un anello metallico dotato di magneti che, agganciandosi alla schiena degli smartphone Pixel 10, funge da pratico supporto per posizionare il device in orizzontale o verticale. La sua forza risiede nella semplicità e nel design minimalista, oltre che in un prezzo contenuto che lo rende appetibile per una vasta platea di utenti. L’obiettivo di Google era chiaramente quello di creare un ecosistema di accessori magnetici competitivo, sull’onda del successo del MagSafe di Apple.
Tuttavia, la teoria si scontra con la pratica. Su piattaforme community come Reddit, ma non solo, stanno emergendo sempre più testimonianze di clienti insoddisfatti. Il problema principale ruota attorno alle viti che fissano il meccanismo di regolazione dell’anello. Queste viti, fondamentali per garantire la necessaria resistenza e solidità allo stand, sembrano avere la tendenza ad allentarsi con un utilizzo anche moderato.
Le esperienze riportate dagli utenti variano in termini di gravità. Alcuni parlano di un degrado rapido e inaccettabile: dopo appena un paio di settimane, il Pixel Snap Ring non è più in grado di sorreggere lo smartphone in posizione, rendendo di fatto l’accessorio inutile. Altri riportano un problema più subdolo, con un progressivo lossismo che, sebbene non abbia ancora completamente invalidato la funzionalità del prodotto, ne mina chiaramente l’affidabilità a lungo termine e la percezione di qualità.
La natura del problema non è ancora del tutto chiara. La comunità online sta dibattendo se si tratti di un vero e proprio difetto di progettazione, magari legato al tipo di viti o ai materiali utilizzati, o di una semplice imperfezione nel processo di assemblaggio che ha interessato un lotto specifico di produzione. In ogni caso, per un prodotto Google che punta a costruire fiducia in un nuovo ecosistema di accessori, si tratta di un intoppo significativo.
Google non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale riguardo a queste segnalazioni. Resta da vedere se l’azienda riconoscerà il problema e offrirà soluzioni come sostituzioni o riparazioni per i dispositivi interessati. Per gli utenti che stanno valutando l’acquisto, potrebbe essere consigliabile attendere ulteriori chiarimenti o recensioni più approfondite nel medio periodo. L’episodio rappresenta un test importante per Google e per la sua capacità di gestire la qualità degli accessori first-party, un ambito in cui la concorrenza, prima fra tutti Apple, ha già dimostrato di avere un vantaggio consolidato.