L’applicazione Pixel Camera ha cessato di funzionare su GrapheneOS e su altre versioni di Android prive dei servizi Google.
Secondo le segnalazioni degli utenti, l’app va in crash immediatamente all’avvio, rendendola di fatto inutilizzabile.
Non si tratterebbe di un bug, ma di una scelta precisa di Google: l’applicazione dipende ora obbligatoriamente dai Google Play Services per il suo funzionamento.
Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio, che ha recentemente visto altre applicazioni, come l’app IO e quelle di diverse banche, smettere di operare a livello nativo sul sistema operativo orientato alla privacy.
La dipendenza dai servizi Google e le reazioni
Con l’ultimo aggiornamento, Google ha modificato le fondamenta dell’applicazione Pixel Camera, legandone indissolubilmente l’esecuzione alla presenza dei propri servizi di sistema.
Su dispositivi che eseguono GrapheneOS, un sistema operativo che per definizione non include i servizi proprietari di Google, l’app non trova il framework necessario e si interrompe.
Questa mossa ha provocato la frustrazione della comunità di utenti e degli sviluppatori di GrapheneOS, che vedono limitata la scelta di un ecosistema libero.
Non è la prima volta che applicazioni popolari cessano di supportare ambienti privi dei servizi Google, sollevando questioni sulla neutralità della piattaforma e sulla libertà di scelta dell’utente finale.
La prima soluzione: tornare a una versione precedente
La buona notizia per gli utenti di GrapheneOS è che esiste una via d’uscita, seppur temporanea e con dei limiti.
Il metodo più semplice per ripristinare la funzionalità di Pixel Camera consiste nell’installare una versione precedente dell’applicazione, non ancora soggetta alla nuova dipendenza.
La procedura è accessibile anche a utenti non tecnici e si articola nei seguenti passi:
- Disinstallare completamente l’attuale versione di Pixel Camera dal dispositivo.
- Aprire Aurora Store, un popolare marketplace alternativo al Google Play Store.
- Cercare l’applicazione “Pixel Camera” e aprire il suo menù, rappresentato dai tre pallini.
- Selezionare e installare manualmente la versione specifica 9.9.106.773153235.19, identificata dal Build ID 68469120.
Una volta completata l’installazione, l’applicazione torna a essere pienamente funzionante, con tutte le sue caratteristiche.
Tuttavia, questa soluzione ha un prezzo da pagare: gli utenti rimarranno confinati a una versione datata del software.
Ciò significa che non potranno accedere ai futuri aggiornamenti, ai miglioramenti delle prestazioni e alle nuove funzionalità che Google rilascerà, un compromesso significativo per chi desidera restare al passo con l’innovazione.
La seconda opzione: Google Play Services in sandbox
Per gli utenti più esigenti che non vogliono rinunciare agli aggiornamenti, esiste una seconda strada, più tecnica ma potenzialmente più duratura.
Come segnalato da diverse discussioni sulla piattaforma Reddit, è possibile far funzionare l’ultima versione di Pixel Camera facendo girare i Google Play Services all’interno di un sandbox.
GrapheneOS offre nativamente questa funzionalità, permettendo di eseguire applicazioni e servizi in un ambiente controllato e isolato dal sistema operativo principale.
Questa procedura non è particolarmente complessa e sfrutta una caratteristica di sicurezza intrinseca del sistema.
L’approccio del sandbox permette di soddisfare la dipendenza dell’app dai servizi Google senza doverli installare a livello di sistema, preservando così la filosofia di sicurezza e privacy di GrapheneOS.
Rappresenta un workaround elegante che, però, richiede una configurazione attenta da parte dell’utente.
La situazione di Pixel Camera su GrapheneOS mette in luce la tensione tra il controllo degli ecosistemi proprietari e la libertà degli sistemi operativi open source.
Mentre Google continua a integrare più strettamente i suoi servizi nel cuore di Android, la sopravvivenza di alternative come GrapheneOS dipenderà dalla capacità della comunità di trovare soluzioni tecniche a queste limitazioni imposte.
Al momento, gli utenti hanno a disposizione due valide alternative, ciascuna con i propri pro e contro, per continuare a utilizzare una delle applicazioni fotografiche più apprezzate sul mercato.
