Il settore automotive è in piena rivoluzione elettrica, e una delle questioni più dibattute riguarda le piattaforme: è meglio adattare quelle esistenti per motori termici o svilupparne di nuove dedicate ai veicoli elettrici? Le case automobilistiche si dividono tra queste due strade, ognuna con vantaggi e svantaggi.
Piattaforme termiche modificate
Quando si progetta una piattaforma per auto a combustione interna (ICE), i costruttori pianificano spesso anni in anticipo. Alcuni, come il Gruppo Volkswagen con la piattaforma MQB, hanno previsto fin dall’inizio la possibilità di ospitare diverse tipologie di propulsione, inclusi i motori elettrici. Questo approccio offre flessibilità produttiva, ma mantiene un focus principale sulle auto tradizionali.
Un altro esempio è rappresentato dalle piattaforme CLAR e FAAR di BMW, nate per modelli termici ma adattabili anche all’elettrico. Tuttavia, queste soluzioni presentano limiti: la disposizione “tutto anteriore” tipica delle auto termiche si ripercuote anche sulle versioni elettriche, influenzando la distribuzione dei pesi e l’efficienza dello spazio.
Le batterie, in particolare, devono adattarsi a geometrie complesse, spesso a forma di “H” o “T”, riducendo la capacità massima disponibile. Inoltre, la presenza del tunnel centrale limita l’abitabilità posteriore. Piattaforme progettate per la trazione posteriore, come quella della BMW i4, gestiscono meglio la coppia elevata dei motori elettrici.
Piattaforme elettriche dedicate
Sviluppare una piattaforma da zero per veicoli elettrici richiede investimenti ingenti in ricerca e sviluppo, con tempi più lunghi e costi maggiori. Tuttavia, i benefici a lungo termine sono significativi.
Uno dei vantaggi principali riguarda la fisica della guida: la coppia istantanea dei motori elettrici si gestisce meglio con la trazione posteriore, migliorando anche la manovrabilità grazie all’assenza di semiassi anteriori. Tuttavia, alcune case, come Renault-Nissan con la piattaforma CMF-EV, optano per la trazione anteriore per ridurre peso e ingombri, sacrificando parte delle prestazioni.
Le piattaforme dedicate permettono una geometria semplificata per le batterie, solitamente rettangolari e posizionate tra gli assi (“skateboard”). Questo layout favorisce l’offerta di diverse capacità energetiche, ma complica il design della sospensione posteriore, spesso limitata a bracci trasversali.
Lo spazio abitabile beneficia di un pavimento piatto e di un passo allungato, con interni più ampi a parità di dimensioni esterne. Tuttavia, l’altezza delle batterie spinge verso soluzioni rialzate, come SUV e crossover, penalizzando l’aerodinamica. Per modelli bassi, Porsche e Audi adottano il concetto di “foot garage”, una rientranza nella batteria per aumentare lo spazio per i piedi dei passeggeri posteriori.
Confronto tra le soluzioni
In sintesi, le piattaforme elettriche dedicate offrono prestazioni e spazio superiori, mentre quelle modificate partono da una base già collaudata, con costi contenuti. La scelta dipende dagli obiettivi del costruttore: chi punta sull’innovazione opta per soluzioni ex novo, chi privilegia la transizione graduale adatta le piattaforme esistenti.