Il futuro di NVIDIA in Cina appare sempre più incerto a causa delle sanzioni statunitensi che limitano progressivamente la vendita di prodotti tecnologici avanzati nel Paese asiatico. Jensen Huang, amministratore delegato dell’azienda, ha definito la potenziale uscita dal mercato cinese come una perdita enorme, sottolineando l’importanza strategica della Cina per gli affari del colosso statunitense.
Nell’ultimo esercizio fiscale, conclusosi il 26 gennaio 2025, la Cina ha rappresentato circa il 13% dei ricavi totali di NVIDIA, generando un fatturato di circa 17 miliardi di dollari. Si tratta del terzo mercato più importante per l’azienda, dopo Stati Uniti e Taiwan. Tuttavia, oltre ai profitti, in gioco c’è anche la leadership tecnologica nel settore dell’intelligenza artificiale, con Huawei che potrebbe approfittare della situazione per imporre i propri standard a discapito di NVIDIA.
Il dominio di CUDA è a rischio
Jensen Huang ha recentemente dichiarato ai legislatori statunitensi che il Paese si trova a un bivio: “L’America deve decidere se continuare a guidare lo sviluppo dell’IA a livello globale o se arretrare, permettendo ad altri di occupare lo spazio lasciato vuoto”. La preoccupazione principale di NVIDIA non è solo la perdita del mercato cinese per le sue GPU dedicate all’IA, ma soprattutto la possibile erosione del dominio di CUDA (Compute Unified Device Architecture), l’architettura di calcolo che costituisce il cuore del suo business.
CUDA è attualmente lo standard de facto per lo sviluppo di progetti di intelligenza artificiale, essendo utilizzato nella maggior parte delle applicazioni avanzate. Tuttavia, Huawei sta lavorando alla sua alternativa, CANN (Compute Architecture for Neural Networks), che, nonostante le critiche per la sua complessità e instabilità, potrebbe diventare un concorrente credibile se migliorata.
Huawei e Moore Threads: le minacce emergenti
Sottovalutare Huawei sarebbe un errore, dato che l’azienda cinese ha già ammesso i limiti di CANN e sta investendo per risolverli. Ma non è l’unica sfida per NVIDIA. Moore Threads, una startup cinese fondata nel 2020 da Zhang Jianzhong (ex manager di NVIDIA Cina), sta sviluppando GPU competitive e un framework software chiamato MUSA, progettato per rompere il monopolio di CUDA.
MUSA offre una caratteristica particolarmente attraente per il mercato cinese: la compatibilità con il codice CUDA, permettendo di migrare progetti esistenti verso le GPU di Moore Threads. Sebbene l’azienda sia giovane, la sua conoscenza del settore e il sostegno del governo cinese la rendono un avversario da non sottovalutare.
La competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina nel campo dell’IA si fa sempre più accesa, e NVIDIA si trova al centro di questa battaglia. La perdita del mercato cinese non sarebbe solo un danno economico, ma potrebbe accelerare la frammentazione degli standard globali, con ripercussioni sull’intero ecosistema dell’intelligenza artificiale.
Fonte: Tom’s Hardware
Immagine: NVIDIA | Huawei