Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) ha avviato la fase di “rimedi” nel processo contro Google per abuso di posizione dominante nel settore delle ricerche online. Tra le misure proposte c’è una possibilità che scuote l’intero ecosistema tecnologico: Google potrebbe essere obbligata a cedere il controllo del browser Chrome, utilizzato da miliardi di utenti in tutto il mondo.
Una simile decisione, se approvata, rappresenterebbe uno degli interventi più drastici nella storia recente dell’antitrust americano, e già si fanno i primi nomi tra i possibili acquirenti. Tra questi, spicca una dichiarazione sorprendente: OpenAI sarebbe interessata all’acquisto di Chrome.
OpenAI: “Sì, siamo interessati”
Durante la seconda giornata del processo, Nick Turley, responsabile di prodotto di ChatGPT, è stato interrogato in merito a una possibile acquisizione di Chrome da parte della società. La risposta è stata chiara: “Sì, come molte altre realtà, saremmo interessati.”
Attualmente, ChatGPT è già accessibile tramite estensioni per Chrome, ma secondo Turley, se OpenAI avesse il pieno controllo del browser, sarebbe possibile realizzare integrazioni molto più profonde. L’obiettivo? Un’esperienza di navigazione totalmente basata sull’intelligenza artificiale.
Un simile scenario potrebbe rivoluzionare il modo in cui gli utenti interagiscono con il web: contenuti riassunti in tempo reale, suggerimenti intelligenti basati sull’intento dell’utente, verifica automatica delle informazioni, e molto altro ancora.
Un cambiamento radicale negli equilibri del web
L’idea che Chrome possa diventare parte dell’ecosistema OpenAI non è solo suggestiva, ma anche potenzialmente dirompente. Chrome è il browser più utilizzato al mondo e possiede una quota di mercato dominante. Se a controllarlo fosse un’azienda che già guida lo sviluppo dell’intelligenza artificiale con modelli come GPT-4, le implicazioni sarebbero enormi.
Ogni interazione sul web potrebbe essere arricchita dall’AI, offrendo funzionalità avanzate finora mai viste. Tuttavia, questo porterebbe anche nuove sfide in termini di regolamentazione e concorrenza. Una nuova leadership tecnologica incentrata su OpenAI potrebbe suscitare preoccupazioni simili a quelle che oggi ruotano intorno a Google.
Google sotto pressione: non solo Chrome
Il caso Chrome non è isolato. In un altro procedimento separato, Google è stata ritenuta colpevole di comportamenti anticoncorrenziali anche nel settore delle tecnologie pubblicitarie. Questo ha alimentato ulteriori ipotesi su una possibile “smembratura” del colosso di Mountain View, con la vendita o lo scorporo di altri asset chiave.
Ma tornare a un web senza Chrome sotto il controllo diretto di Google rappresenterebbe un punto di svolta epocale. L’eventuale vendita del browser a un attore come OpenAI potrebbe inaugurare una nuova era di navigazione web intelligente e personalizzata, ma rischia anche di alimentare nuovi timori legati alla concentrazione di potere tecnologico.
Per ora, il processo è ancora in corso e nulla è stato deciso. Tuttavia, il solo fatto che una società come OpenAI abbia manifestato apertamente il proprio interesse dimostra quanto sia cruciale il futuro di Chrome nella nuova era dominata dall’intelligenza artificiale.