Già citata dai tenori della compagnia durante una sessione di domande e risposte con gli investitori lo scorso aprile, l’integrazione degli annunci pubblicitari su Netflix sarà infatti una realtà, come confermato dal co-CEO del servizio.
Netflix sta per cambiare paradigma. La piattaforma SVOD sta attraversando un momento delicato, avendo per la prima volta nella sua storia perso abbonati – 200.000 in totale – nel primo trimestre del 2022. Pessimista nelle sue previsioni, il gruppo stima che due milioni di utenti interromperanno l’abbonamento entro la fine del primo semestre.
L’azienda di Los Gatos sta quindi cercando di darle nuova linfa per andare avanti grazie a leve finanziarie mai esplorate prima. La pubblicità, in questo caso, fa chiaramente parte delle piccole carte di Reed Hastings, il CEO. L’interessato ne aveva già parlato lo scorso aprile agli investitori.
Pianta il piccolo seme
L’argomento è tornato sul tavolo a fine giugno, ma questa volta in modo molto più pubblico. Ted Sarandos, co-CEO e direttore dei contenuti di Netflix, si è soffermato sulla questione al Festival Internazionale dei Leoni di Cannes (20-24 giugno). Non è neanche banale che l’interessato scelga questo incontro per parlarne.
Il Festival Internazionale dei Leoni di Cannes è uno dei più grandi eventi nel settore della pubblicità e della comunicazione. È inoltre la prima volta che Netflix ci va, sottolinea Holywood Reporters, prova anche che l’azienda suscita un certo interesse nei confronti di questo settore.
Più concretamente, Ted Sarandos cerca di piantare il piccolo seme nella mente di tutti. Non ha esitato a moltiplicare le interviste per evocare l’argomento, che si ritrova ad esempio sulle colonne del Wall Street Journal e di Sway. La pubblicità era logicamente al centro delle discussioni.
Per lui Netflix “non aggiunge pubblicità come la conoscete oggi”. L’idea è quella di aggiungere un livello di “pubblicità”. Implicitamente, Ted Sarandos menziona qui un abbonamento più economico rispetto all’offerta attuale, ma con spot pubblicitari.
Un’acquisizione, “sempre una realtà”
Per inciso, questa prospettiva non ti attira affatto alla luce del nostro sondaggio svolto lo scorso aprile: il 65% di voi ha affermato di non essere pronto a pagare un pacchetto Netflix più economico con la pubblicità.
Come accennato sul Wall Street Journal e riferito dai nostri colleghi di Numerama, Netflix potrebbe controllare i propri contenuti pubblicitari, in modo da renderlo “più integrato e meno invadente”, senza ulteriori dettagli. Il fatto è che attualmente sono in corso colloqui con potenziali partner, ha confermato l’interlocutore.
Sulle voci di acquisizione, ammette che “è ancora una realtà” – ma non lasciamoci trasportare nemmeno – anche se Netflix potrebbe ritrovare la strada della crescita da solo nei prossimi trimestri. Sta a lui aumentare la sua attrattiva per raggiungere i suoi scopi.