Le auto elettriche di Hyundai e Kia con architettura a 800 volt sono spesso pubblicizzate per la loro capacità di ricarica ultra-rapida. Tuttavia, molti proprietari si chiedono perché non riescano a raggiungere i 350 kW promessi dalle stazioni di ricarica più potenti. La risposta è più complessa di quanto sembri e coinvolge diversi fattori tecnici e infrastrutturali.
Architettura a 800V e potenza di ricarica: i modelli come Hyundai Ioniq 5, Ioniq 6 e Kia EV6 sono progettati per sfruttare una tensione più elevata, che teoricamente consente tempi di ricarica più brevi. Tuttavia, la potenza massima dichiarata (350 kW) è un valore ideale, raggiungibile solo in condizioni perfette. Nella realtà, la batteria, la temperatura, lo stato di carica e l’infrastruttura di ricarica influenzano notevolmente le prestazioni.
Limitazioni della batteria: anche se l’auto supporta l’architettura a 800V, la potenza di ricarica non è costante. La curva di ricarica è progettata per proteggere la batteria: la velocità è massima quando la batteria è tra il 20% e il 30%, ma diminuisce progressivamente man mano che si avvicina all’80%. Questo spiega perché difficilmente si vedranno 350 kW per più di pochi minuti.
Infrastruttura di ricarica: non tutte le colonnine sono uguali. Anche se una stazione dichiara 350 kW, potrebbe non erogare quella potenza a causa di limitazioni tecniche, condivisione della potenza con altre auto o problemi di raffreddamento. Inoltre, molti caricatori in Italia non sono ancora ottimizzati per l’architettura a 800V, riducendo ulteriormente l’efficienza.
Temperatura e condizioni ambientali: le batterie agli ioni di litio lavorano meglio a temperature moderate. Se la batteria è troppo fredda o troppo calda, il sistema riduce automaticamente la potenza di ricarica per evitare danni. Ecco perché in inverno o in estate le prestazioni possono essere inferiori alle aspettative.
In sintesi, mentre Hyundai e Kia offrono tecnologie avanzate per la ricarica veloce, raggiungere i 350 kW è raro e dipende da molte variabili. Gli utenti dovrebbero concentrarsi sui tempi pratici di ricarica (come passare dal 10% all’80% in 18-20 minuti) piuttosto che sui picchi teorici. L’infrastruttura italiana, inoltre, deve ancora evolversi per sfruttare appieno queste capacità.