Diverse associazioni di consumatori europee hanno unito le forze per sporgere denuncia contro Google per mancato rispetto del GDPR alle autorità nazionali per la protezione dei dati personali. In questione, la configurazione di Android sui nuovi smartphone e le autorizzazioni Google richieste.
Pochi giorni dopo che Google è stato bersaglio di una denuncia per pratiche anticoncorrenziali, il colosso è ancora sotto i riflettori e non in senso positivo. Questa volta, le associazioni dei consumatori di cinque paesi europei hanno presentato un reclamo alle rispettive autorità nazionali per la protezione dei dati personali. Associazioni che intendono denunciare violazioni dell’applicazione del GDPR di Google.
Cinque associazioni di consumatori presentano una denuncia contro Google
È stato l’Ufficio europeo dei sindacati dei consumatori (BEUC) ad annunciare giovedì 30 giugno che “dieci associazioni di consumatori […] adottare misure per assicurarsi che Google rispetti la legge. Questo ufficio è una federazione di 43 associazioni di consumatori dei paesi europei. Tra le associazioni che hanno sporto denuncia, troviamo “dTest (Repubblica Ceca), Forbrukerrådet (Norvegia), EKPIZO e KEPKA (Grecia), UFC-Que Choisir (Francia) e ZPS (Slovenia)”, specifica l’associazione francese.
Per UFC-Que Choisir, “Google spinge infatti gli utenti a integrare il proprio sistema di sorveglianza a loro insaputa, durante la creazione del proprio account”. L’associazione a tutela dei consumatori, infatti, critica il colosso per aver invitato gli utenti a “definire i parametri relativi alla raccolta dei dati riguardanti le loro abitudini di navigazione”. Inoltre, secondo UFC-Que Choisir, è un “passaggio essenziale” nella configurazione di uno smartphone Android.
Rimessa in discussione la configurazione degli smartphone Android
L’associazione spiega che quando avvii per la prima volta un telefono Android, puoi optare per un “processo di registrazione express in un passaggio”, che attiva tutti i parametri che invieranno i dati a Google. È disponibile un’altra opzione, che consente di gestire manualmente questi parametri, che non richiedono uno ma sono necessari cinque passaggi e dieci clic.
UFC-Que Choisir prosegue parlando di “interfaccia distorta, linguaggio poco chiaro e scelte fuorvianti”. Accusa Google di dissuadere i suoi utenti dal modificare successivamente le impostazioni sulla privacy facendo loro capire che rinuncerebbero a “vantaggi, anche a funzioni semplicemente essenziali”. L’associazione francese per la tutela dei consumatori accusa Google di aver violato il GDPR. Nell’ambito di questa operazione coordinata dal Beuc, annuncia “di inoltrare la denuncia di un consumatore alla Cnil”.
La sua volontà indicata è quella di ottenere una sanzione legale nonché la cessazione di tali pratiche. L’associazione ricorda che nel 2019 “la Cnil aveva già inflitto a Google una sanzione di 50 milioni di euro per il mancato rispetto del GDPR”, contestualizzando tale sanzione rilevando che la società “ha realizzato 76 miliardi di dollari in utili dello scorso anno. Ad inizio anno la Cnil ha inflitto a Google una sanzione di 150 milioni di euro per non conformità al GDPR. Il motore di ricerca e YouTube non hanno consentito “rifiutare i cookie semplicemente come accettarli”. che era stato sufficiente per Google per implementare un pulsante “Rifiuta tutto” per i suoi cookie.