Un case per smartphone che pesa più di due chili e mezzo, è ingombrante come un telefono degli anni Ottanta e richiede un cacciavite per essere installato.
Non è uno scherzo, ma la proposta provocatoria di Matter Neuroscience, startup americana che ha lanciato una campagna di crowdfunding su Kickstarter per un accessorio progettato con un obiettivo preciso: rendere l’uso del telefono così scomodo da scoraggiare la dipendenza digitale.
L’idea, nata quasi per gioco, si è rivelata sorprendentemente efficace nei test interni nel ridurre drasticamente il tempo trascorso sullo schermo.
Un Ritorno al Passato per Disintossicarsi dal Presente
Le dimensioni del case di Matter Neuroscience sono volutamente anacronistiche.
L’accessorio è più grande di un Motorola DynaTAC, il leggendario “mattone” senza fili che ha fatto la storia della telefonia mobile.
Realizzato interamente in acciaio, il case non blocca le funzionalità fondamentali del dispositivo: è possibile effettuare chiamate, scattare foto e utilizzare le applicazioni.
Tuttavia, ogni azione diventa deliberatamente macchinosa e poco gratificante.
L’accesso ai tasti fisici e alle fotocamere è ostacolato dalla struttura, e la forma spigolosa lo rende sgradevole da tenere in mano o in tasca.
L’obiettivo dichiarato è che l’utente ricorra al telefono solo per necessità impellenti, abbandonando la navigazione compulsiva e senza scopo.
Il Processo di Installazione: Una Barriera Fisica all’Uso
La filosofia della scomodità si applica anche alla fase di installazione.
Per inserire lo smartphone all’interno del case, non basta un semplice scatto.
È necessario svitare diverse viti con testa a brugola, un’operazione che richiede tempo e un attrezzo specifico.
Questa barriera fisica aggiuntiva mira a creare un ulteriore filtro comportamentale.
La compatibilità è attualmente limitata alla gamma iPhone, includendo tutti i modelli “base”, Pro e Pro Max dal 13 al 17.
Il design garantisce che, una volta chiuso, il dispositivo sia al sicuro, ma l’idea di dover ripetere l’operazione con il cacciavite per rimuoverlo dissuade dal farlo per futili motivi.
Dall’Idea Scherzosa al Prodotto di Design
Il progetto, come spesso accade per le idee più innovative, è partito in modo informale.
Il team di Matter Neuroscience lo aveva inizialmente concepito come un esperimento, una presa in giro della nostra relazione ossessiva con i dispositivi digitali.
Dopo averlo testato personalmente, si sono resi conto che l’oggetto, per quanto assurdo, funzionava.
I fondatori e i primi tester hanno riportato una riduzione significativa del tempo medio di utilizzo quotidiano dello smartphone.
La scomodità non era un difetto, ma la caratteristica principale del prodotto.
Decidere di commercializzarlo attraverso Kickstarter è stato il passo successivo per verificare se un bisogno simile fosse avvertito da un pubblico più ampio, stanco delle notifiche continue e della perenne connessione.
Una Tendenza più Ampia: Il Minimalismo Digitale
Il case di Matter Neuroscience non è un caso isolato, ma si inserisce in un filone crescente di minimalismo digitale.
Sempre più utenti cercano attivamente soluzioni per riconquistare il proprio tempo e la propria attenzione, dai telefoni con funzionalità essenziali alle app che tracciano e limitano l’uso.
Questo prodotto rappresenta forse l’approccio più estremo e tangibile: invece di agire sul software, modifica l’hardware, introducendo un disagio fisico che funge da promemoria costante.
In un mercato saturo di accessori che promettono maggiore protezione, migliore presa o design accattivanti, questo case punta sulla resistenza psicologica come feature primaria.
Il successo o il fallimento della sua campagna di crowdfunding sarà un termometro interessante per misurare quanto il pubblico sia realmente disposto a pagare per essere… liberato dalla propria dipendenza.
