Le kei car, piccole vetture commercializzate esclusivamente in Giappone, stanno attirando l’attenzione del mercato automobilistico europeo. Con dimensioni e prestazioni rigidamente regolamentate, queste auto compatte potrebbero rappresentare una soluzione ideale per le esigenze di mobilità urbana del Vecchio Continente.
In Giappone, le kei car sono un successo consolidato grazie alle loro caratteristiche uniche: non possono superare i 3,4 metri di lunghezza e 1,48 metri di larghezza, con motori limitati a 660 cc di cilindrata e 64 CV di potenza massima. Questi veicoli, pur essendo piccoli, offrono spazio per quattro passeggeri e si distinguono nettamente dai quadricicli che stanno circolando in alcune parti d’Europa.
Il vantaggio competitivo delle kei car
Oltre alle dimensioni contenute, il successo delle kei car in Giappone si deve a una serie di incentivi governativi che ne riducono i costi di acquisto e gestione. Tasse più basse e normative favorevoli hanno creato un mercato fiorente per queste vetture, che rappresentano circa un terzo delle vendite totali di auto nel Paese del Sol Levante.
In Europa, dove il mercato automobilistico sta vivendo un momento di crisi con vendite in calo e prezzi in aumento, alcuni leader del settore stanno guardando con interesse al modello delle kei car. John Elkann, presidente di Stellantis, e Luca de Meo, amministratore delegato di Renault, hanno più volte sottolineato il potenziale di piccole auto elettriche ispirate a questo concetto.
Le prospettive per l’Europa
L’idea di introdurre kei car europee si basa su diversi fattori vantaggiosi. Trattandosi di veicoli progettati principalmente per l’uso urbano, potrebbero essere tecnicamente più semplici e richiedere batterie meno costose, dato che l’autonomia non sarebbe un requisito prioritario. Questo approccio potrebbe ridurre significativamente i costi di produzione, rendendo le auto elettriche accessibili a un pubblico più ampio.
Alcuni costruttori stanno già muovendosi in questa direzione. Renault, ad esempio, sta sviluppando la nuova Twingo elettrica, mentre Stellantis sta valutando progetti simili. L’obiettivo è offrire vetture cittadine a basso costo che siano comunque “vere auto”, distinguendosi dai quadricicli attualmente disponibili sul mercato.
Le sfide normative
Il principale ostacolo all’introduzione delle kei car in Europa risiede nelle normative vigenti. L’attuale sistema di omologazione è pensato per veicoli più grandi e complessi, il che rende difficile e costoso adattare modelli così compatti senza comprometterne la redditività.
Per realizzare questo progetto, sarebbe necessaria una nuova legislazione europea specifica per le microvetture, simile a quella giapponese, che ne favorisca la diffusione attraverso incentivi e normative ad hoc. Senza questi cambiamenti, il rischio è che i costi di produzione rimangano troppo elevati per rendere competitive queste vetture nel mercato europeo.
Il dibattito sulle kei car europee è appena iniziato, ma potrebbe rappresentare una svolta importante per il futuro dell’automotive nel Vecchio Continente. Mentre i costruttori e i legislatori valutano questa possibilità, resta da vedere se e come questo modello orientale potrà adattarsi alle esigenze e alle normative del mercato europeo.