Il mercato globale degli smartphone si prepara a una nuova ondata di rincari, un fenomeno strutturale trainato dall’inarrestabile ascesa dei costi per i chip di memoria e dalla domanda esplosiva di componenti per l’intelligenza artificiale. Secondo analisi di settore e report provenienti dalla Corea del Sud, anche un colosso come Samsung Electronics sta valutando un significativo aumento dei listini per i suoi futuri dispositivi, a partire dalla serie Galaxy S26. Questa tendenza, che coinvolge l’intera industria, rischia di ridefinire gli standard di prezzo per i consumatori, rendendo i top di gamma sempre più elitari e spingendo verso l’alto anche le fasce intermedie. La cosiddetta “inflazione della memoria” non è un episodio congiunturale, ma una realtà destinata a protrarsi per i prossimi anni, con ripercussioni immediate sulla strategia dei produttori e sul portafoglio degli utenti finali.
La Tempesta Perfetta: Chip e Domanda di IA
All’origine di questa spirale inflazionistica vi è una combinazione di fattori che sta mettendo a dura prova le catene di approvvigionamento. Il progresso dell’intelligenza artificiale generativa e la sua integrazione sempre più spinta negli smartphone hanno generato una richiesta senza precedenti di componenti ad alte prestazioni, in particolare le memorie DRAM. I dati di mercato sono eloquenti: il costo delle DRAM è raddoppiato nel giro di un solo mese, e le proiezioni degli analisti non indicano alcuna inversione di tendenza nel breve termine. I principali fornitori di semiconduttori stimano che questa pressione sui prezzi possa persistere per i prossimi tre anni, un arco di tempo che delinea uno scenario di continui rialzi. Non si tratta di una speculazione isolata: Xiaomi, con il lancio della sua linea Redmi K90, ha già comunicato ufficialmente di dover adeguare i prezzi al rialzo per far fronte all’aumento dei costi delle materie prime. Questo movimento trova un precedente illustre in Apple, che ha già innalzato i listini per l’iPhone 17 Pro, alimentando le speculazioni sulla risposta della sua diretta concorrente, Samsung.
Un report dettagliato pubblicato dal quotidiano sudcoreano Hankyung conferma che la casa di Seoul sta esaminando la stessa strategia per il prossimo futuro. La memoria, infatti, incide in modo drastico sul costo finale di un dispositivo. Per comprendere la portata del fenomeno, basta osservare il caso dell’iPhone 17 Pro Max nella configurazione da 2 terabyte, commercializzato a 2.489 euro. È un esempio emblematico di come la corsa allo storage stia contribuendo a spingere i telefoni di fascia alta ben oltre la soglia psicologica dei 2.000 euro. Di conseguenza, appare ormai inevitabile un aumento di prezzo anche per i futuri telefoni Samsung Galaxy. Sebbene esista una remota possibilità che la serie Galaxy S26 mantenga listini invariati al suo debutto previsto per il prossimo anno, ogni prospettiva di stabilità per il 2027 e gli anni successivi viene considerata altamente improbabile dagli osservatori.
Un Nuovo Normal per il Mercato degli Smartphone
Un ritorno a listini più contenuti appare, a questo punto, uno scenario sempre più fantascientifico. Il mercato si è già progressivamente abituato a dispositivi di punta con costi proibitivi, un processo accelerato dal successo di prodotti foldable come il Galaxy Z Flip 7 e il Galaxy Z Fold 7 di Samsung. La normalizzazione di questa fascia di prezzo è destinata a consolidarsi ulteriormente con l’atteso ingresso di Apple nel segmento pieghevole con il futuro iPhone Fold. Tuttavia, i costi non sono influenzati solo dalla memoria. Un altro fattore determinante è la corsa alla miniaturizzazione dei processori, che richiede investimenti in ricerca e sviluppo di entità crescente. Samsung adotterà processori a 2 nanometri con la serie Galaxy S26, e Apple seguirà la stessa traiettoria con l’iPhone 18. Ogni salto generazionale verso nodi produttivi più piccoli e complessi si traduce in costi di produzione più elevati, che i produttori sono inevitabilmente costretti a trasferire, almeno in parte, sul prezzo finale del prodotto.
Il panorama che si delinea è quello di un settore in cui il miglioramento qualitativo continuo ha un prezzo sempre più alto. In questo contesto, assumono una rinnovata rilevanza gli smartphone della fascia economica e medio-bassa, che negli ultimi anni hanno fatto registrare progressi tecnologici significativi, offrendo prestazioni e funzionalità un tempo appannaggio esclusivo dei flagship. Per il consumatore, la scelta si farà più articolata: accettare di pagare un premium sempre più consistente per le ultime innovazioni o orientarsi verso dispositivi più accessibili che offrono un eccellente rapporto qualità-prezzo. Una cosa è certa: l’era degli smartphone costosi non è più una novità, ma la nuova normalità con cui fare i conti.
