Un nuovo benchmark di Geekbench 6 conferma le impressioni positive sul chip M5 di Apple, installato nel nuovo MacBook Pro da 14 pollici. In un confronto diretto con il potente chip M1 Ultra, che equipaggiava il Mac Studio presentato nel marzo 2022, il processore di ultima generazione non solo tiene testa al suo illustre predecessore, ma in alcuni ambiti lo supera ampiamente. Il risultato è sorprendente: in appena tre anni, un chip considerato “base” nella nuova linea M5 offre prestazioni paragonabili a quelle che erano il fiore all’occhiello della prima generazione Apple Silicon, a una frazione del prezzo originale.
Il test, condotto da un utente e pubblicato sul database pubblico di Geekbench, mette a confronto le prestazioni di un MacBook Pro con chip M5 e quelle di un Mac Studio con chip M1 Ultra. I dati parlano chiaro e rivelano un balzo in avanti significativo nell’efficienza e nella potenza di calcolo per core. Nel test single core, il nuovo M5 ha ottenuto un punteggio di circa 4.300 punti, stracciando il risultato di 2.400 punti dell’M1 Ultra. Questo si traduce in un incremento di prestazioni sul singolo core pari a un impressionante 78%.
Dettagli Tecnici del Confronto
La spiegazione di questa disparità nelle prestazioni single core risiede nell’architettura stessa dei due chip. L’M1 Ultra era essenzialmente la fusione di due chip M1 Max su un unico package, per un totale di 20 core di CPU. Il chip M5 testato, invece, dispone di una configurazione con un numero di core pari alla metà. È proprio questa differenza che influisce sul risultato del test multi core, dove la potenza di calcolo complessiva dei 20 core dell’M1 Ultra riesce a mantenere un leggero vantaggio. In questo specifico test, Geekbench 6 ha assegnato circa 19.000 punti all’M1 Ultra contro i 18.000 punti del nuovo M5.
Tuttavia, il dato più eclatante non è puramente tecnico, ma anche economico. Un MacBook Pro da 14 pollici equipaggiato con il chip M5 ha un prezzo di listino che parte da circa 1.800 euro. Al suo lancio, il Mac Studio con il top di gamma M1 Ultra aveva un prezzo che poteva facilmente superare i 4.000 euro, più del doppio. Ciò significa che l’utente di oggi può accedere a un livello di prestazioni single core di altissimo livello e a una potenza multi core molto simile a quella che, fino a poco tempo fa, era riservata a workstation professionali di fascia alta, con un investimento notevolmente inferiore.
Questo risultato sottolinea il ritmo vertiginoso dell’innovazione di Apple nel segmento dei chip proprietari. Il passaggio dall’architettura M1 alla M5, in un arco temporale così breve, ha portato a miglioramenti così sostanziali da permettere a un dispositivo portatile e compatto di competere alla pari con una workstation desktop dedicata ai professionisti più esigenti. L’ottimizzazione del processo produttivo e i progressi nell’efficienza energetica sono i fattori chiave che hanno reso possibile questo sorpasso generazionale.
Per il mercato consumer e professionale, il messaggio è chiaro: la potenza di calcolo sta diventando sempre più accessibile. Chi investe oggi in un MacBook Pro con chip M5 non acquista semplicemente un portatile, ma una macchina in grado di gestire carichi di lavoro intensi – dalla modifica video in 8K allo sviluppo di software, fino al rendering 3D – con un livello di performance che fino a ieri richiedeva una postazione fissa e un budget molto più sostanzioso. Questo progresso ridisegna le aspettative degli utenti e conferma la strategia di Apple di portare prestazioni da workstation in form factor sempre più compatti e versatili.