È difficile, quando si parla di videogiochi e telefonia mobile, non partire da un dato che tende a impressionare: la maggior parte dei videogiocatori, al giorno d’oggi, sostiene di giocare su smartphone.
Nel corso del 2021 i videogiocatori su smartphone hanno trascorso in media poco meno di 5 ore al giorno su diverse applicazioni videoludiche, segnando un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, e difficile che l’ormai prossima fine del 2022 possa far registrare un’inversione di tendenza.
Anche perché il fenomeno odierno è il punto di arrivo attuale, e verosimilmente non finale, di un percorso intrapreso diversi anni fa: l’esplosione del gaming mobile ha radici ben salde nel passato della telefonia cellulare.
La chiave per comprendere l’evoluzione del videogaming mobile è proprio la seconda espressione: la mobilità. Ben prima dell’esplosione dei telefoni cellulari si cominciava ad assistere ai primi esperimenti volti a rendere un videogioco portatile.
Già nel 1980 Nintendo lanciò la linea Game & Watch: oggetto anche di un recente rilancio, si trattava di orologi e sveglie digitali con un semplice gioco installato, fruibile attraverso pochi tasti.
Il funzionamento a batteria garantiva la possibilità di portarlo con sé e giocare in qualsiasi momento con personaggi diventati in seguito icone della casa giapponese: Donkey Kong, Mario e Link di The Legend of Zelda sono solo alcuni esempi.
L’idea della portabilità si dimostrò vincente tanto da essere ereditata dalla prima vera console portatile Nintendo, il Game Boy: prodotto a partire dal 1989 ospitava vari titoli tramite cassette intercambiabili, slegando quindi il singolo gioco dalla console.
Negli anni ’90, quando cominciò a crescere il mercato del cellulare, l’idea di videogioco portatile era quindi già ben radicata.
Inevitabilmente i produttori di telefoni più volti al business, antesignani degli odierni smartphone per le varie funzioni alle quali erano in grado di assolvere, presero a introdurre nei loro modelli anche alcuni semplici giochi, piccoli passatempi fruibili da un dispositivo sempre a portata di mano.
IBM Simon, uscito nel 1992, offriva una semplice versione di Scramble, mentre l’Hagenuk MT-2000 del 1994 aveva incluso Tetris. Pochi anni dopo, nel 1997, fu Nokia a includere un videogioco che ancora oggi, per molti, rappresenta il primo vero gioco cellulare: Snake.
Mutuato dall’applicazione videoludica di linee in costante allungamento introdotta da Blockade negli anni ’70, è stato il passatempo di punta dei telefoni monocromi della casa finlandese.
Nella metà degli anni 2000, grazie agli ormai diffusi schermi a colori e soprattutto a sistemi operativi particolarmente accessibili, i telefoni cellulari si avvicinarono anche concettualmente alla moderna idea di console.
Il sistema operativo Symbian dei cellulari Nokia, dominatori del mercato dell’epoca, consentiva l’inserimento di numerose applicazioni esterne sviluppate spesso amatorialmente, anticipo degli odierni store digitali e soprattutto riflesso in molti casi di opere popolari.
Negli anni del boom del poker televisivo, per esempio, era impensabile non trovare dozzine di videogiochi a tema: titoli in genere molto semplici, con una visuale dall’alto, il loro successo è stato anticipatorio di ciò che ha portato alla nascita delle moderne piattaforme di poker online.
Oggi come allora, avere un minimo di conoscenza delle basi del poker hold’em è condizione sufficiente per approcciarsi a un intrattenimento fra i primi a comprendere le potenzialità della portabilità.
Nello stesso periodo, conscia dell’enorme sviluppo del videogioco su dispositivi cellulari, Nokia lanciò anche uno dei primissimi telefoni specializzati: N-Gage.
Al giorno d’oggi, con smartphone appositamente dedicati al gaming, è impressionante pensare che già nel 2003 Nokia era giunta alla stessa conclusione, presentando un dispositivo pensato, anche nella struttura, per relegare le funzioni telefoniche a un ruolo di totale subalternità.
Il costo del cellulare, rivelatosi proibitivo per l’epoca, ne determinò il fondamentale insuccesso, senza però intaccarne il fascino avveniristico.
L’avvento del touch screen e di potenti fotocamere, fornendo nuove potenzialità videoludiche, hanno rappresentato probabilmente l’ultimo grande step evolutivo del gaming mobile, permettendo ai moderni smartphone di ospitare anche titoli in realtà aumentata.
Oltre che da telefoni espressamente pensati per il gaming, quella moderna è una realtà fatta da importanti sviluppatori che decidono di portare i loro titoli sui dispositivi cellulari.
Call of Duty, Pokémon, Crash Bandicoot, di recente anche Battlefield e Marvel: sono solo alcuni dei nomi di spicco dell’industria videoludica che stanno o si stanno preparando a conquistare il mondo del gaming mobile, rendendo facile prevedere altri aumenti dei numeri ad esso relativi.