L’integrazione del generatore di immagini basato sull’intelligenza artificiale di Google, Nano Banana, si sta espandendo a nuovi fronti, rendendo la tecnologia di editing visivo accessibile direttamente dal contesto di utilizzo. Una recente analisi del codice dell’applicazione mobile di Google ha rivelato una nuova funzionalità in fase di test: un pulsante dedicato per modificare le immagini all’interno dell’overlay di Gemini. Questo sviluppo rappresenta un passo significativo verso la piena realizzazione della promessa di Google di rendere Nano Banana uno strumento pervasivo e di facile accesso, non più confinato esclusivamente all’apposita interfaccia di Gemini.
La scoperta, effettuata dagli analisti di Android Authority esaminando la versione 16.42.61 dell’app Google, indica che l’azienda sta sperimentando l’inserimento diretto di Nano Banana nell’overlay mobile del suo assistente. In pratica, quando un utente aggiunge un’immagine mentre utilizza Gemini in sovrapposizione a un’altra applicazione, potrebbe apparire un nuovo pulsante con la chiara dicitura “Modifica questa immagine”. Questa opzione, attualmente non disponibile per tutti gli utenti ma riservata a un gruppo di test, si distingue nettamente dalla funzionalità preesistente che avvia una conversazione vocale con Gemini Live partendo dal contenuto visivo.
Come Funziona la Nuova Modalità di Editing Contestuale
Il meccanismo di utilizzo è progettato per essere intuitivo e immediato. La pressione del pulsante “Modifica questa immagine” attiva istantaneamente la modalità Nano Banana. A questo punto, all’utente viene presentata l’interfaccia per inserire una descrizione testuale, o prompt, delle modifiche che desidera applicare alla foto selezionata. Per comprendere la potenzialità dello strumento, si consideri un esempio concreto: un utente possiede una fotografia di un piatto di pasta e vorrebbe cambiarne l’estetica. Attraverso l’overlay di Google Gemini, seleziona l’immagine, preme il nuovo pulsante e digita un comando come “trasforma il piatto in ceramica blu con decorazioni dorate”.
L’intelligenza artificiale di Nano Banana elabora la richiesta e genera una nuova versione dell’immagine in cui il piatto è stato modificato secondo le specifiche istruzioni, mantenendo inalterati gli altri elementi della composizione fotografica. I passaggi successivi per finalizzare l’operazione, come il salvataggio o la condivisione dell’immagine modificata, ricalcano fedelmente il funzionamento dell’interfaccia principale di Nano Banana all’interno dell’app Gemini. Questo flusso di lavoro elimina la necessità di passare da un’applicazione all’altra, integrando l’editing avanzato direttamente nel punto in cui sorge l’esigenza.
La Strategia di Diffusione Capillare di Nano Banana
L’implementazione di Nano Banana nell’overlay di Gemini non è un evento isolato, ma piuttosto l’ultimo tassello di una strategia ben orchestrata da Google. L’obiettivo dichiarato è rendere questo generatore di immagini uno strumento di intelligenza artificiale ampiamente accessibile, superando i confini della semplice scorciatoia di Gemini. Prove e test specifici hanno già coinvolto altre applicazioni del portfolio Google, come NotebookLM e Google Messaggi, a conferma di un piano di diffusione capillare che procede a ritmo sostenuto.
Parallelamente, l’esplorazione di Google su nuove applicazioni per la sua tecnologia di editing prosegue senza sosta. L’azienda di Mountain View ha recentemente aggiunto le funzionalità di Nano Banana a strumenti consolidati come Google Lens e alla modalità di intelligenza artificiale integrata nella Ricerca Google. Inoltre, fonti interne suggeriscono che si stia valutando attivamente l’ipotesi di portare questa potente tecnologia all’interno di Google Foto. In quest’ultima piattaforma, dedicata alla gestione e all’editing degli scatti, lo strumento troverebbe un terreno di applicazione ideale.
Le potenzialità in Google Foto sono immense: dalla modifica avanzata di singole fotografie alla creazione di collage complessi, fino alla fusione di elementi provenienti da immagini diverse, il tutto con un intervento manuale dell’utente ridotto al minimo. L’inserimento di Nano Banana nell’interfaccia sovrapposta di Gemini rappresenta quindi una tappa prevedibile e coerente nella roadmap di crescita dell’applicazione. Segna un’evoluzione da strumento specializzato a funzionalità contestuale e ubiquitária, allineandosi alla visione di Google di un’intelligenza artificiale integrata e sempre a portata di mano, pronta a intervenire su qualsiasi contenuto visivo, in qualsiasi applicazione.
