A nemmeno ventiquattro ore dal suo debutto, Google ha interrotto la distribuzione della nuova versione Beta del Quarterly Platform Release 2 (QPR2) per Android 16. L’azienda di Mountain View non ha rilasciato alcun comunicato ufficiale, ma il firmware non è più proposto per l’installazione automatica tramite aggiornamento over-the-air (OTA). Le immagini Factory e OTA rimangono tecnicamente scaricabili dal sito per sviluppatori, ma il loro ritiro de facto segnala un problema di stabilità di grave entità. Diversi smartphone della serie Pixel che avevano installato l’aggiornamento sono infatti finiti in un boot loop, un ciclo di riavvio infinito che rende il dispositivo di fatto inutilizzabile.
Le prime segnalazioni di dispositivi bloccati hanno iniziato a circolare sui forum e sui social media poco dopo l’inizio del rollout della patch. Come spesso accade in scenari di questo tipo, la portata esatta del malfunzionamento non è ancora del tutto chiara. Tuttavia, i resoconti degli utenti indicano che il problema ha colpito un’ampia gamma di dispositivi compatibili con il firmware, spaziando dai più recenti Pixel 10 fino ai modelli più datati come il Pixel 6. È importante sottolineare che non tutte le unità che hanno applicato l’aggiornamento sono state interessate dal blocco, lasciando spazio a interrogativi sulle cause specifiche del comportamento anomalo.
L’indizio della Desktop Experience nelle Opzioni Sviluppatore
Sebbene non vi sia ancora una conferma ufficiale da parte di Google, all’interno della community di sviluppatori e beta tester sta emergendo un indizio promettente che potrebbe spiegare la natura intermittente del problema. Fonti non ufficiali suggeriscono che la causa del boot loop potrebbe essere legata all’opzione “Desktop Experience”, una funzionalità sperimentale nascosta all’interno delle Opzioni Sviluppatore del sistema operativo. Sembrerebbe che i dispositivi su cui questa opzione era attivata al momento dell’installazione della Beta QPR2 siano quelli maggiormente a rischio di incorrere nel ciclo di riavvio infinito. Al contrario, le unità in cui l’opzione era disabilitata sembrano aver ricevuto l’aggiornamento senza intoppi. Questa teoria, se confermata, indicherebbe un conflitto software molto specifico piuttosto che un difetto generalizzato del firmware.
Come risolvere il boot loop su Android 16 QPR2 Beta 3
Per gli utenti che hanno già installato la beta difettosa e si trovano con il dispositivo bloccato in un boot loop, le opzioni per recuperare il telefono sono limitate ma esistono. L’unica procedura risolutiva comporta l’accesso alla modalità di recupero del dispositivo e l’esecuzione di un’operazione di flash manuale del firmware. Ecco i passaggi generali da seguire:
- Spegnere completamente il telefono Pixel.
- Tenere premuti contemporaneamente il tasto di accensione e il tasto per abbassare il volume per entrare nella modalità Bootloader.
- Utilizzare i tasti del volume per navigare fino alla voce “Modalità di Recupero” e selezionarla con il tasto di accensione.
- Da qui, sarà possibile connettere il telefono a un computer e utilizzare gli strumenti di sviluppo Android, come Android Flash Tool o gli script di flash via linea di comando, per reinstallare una versione stabile del sistema operativo, come la precedente Beta o l’ultima build pubblica di Android 15.
È fondamentale sottolineare che questa operazione cancellerà tutti i dati presenti sul dispositivo. Per questo motivo, la partecipazione a programmi beta è sempre sconsigliata per dispositivi primari o per utenti che non hanno una regolare abitudine al backup dei propri dati. La lezione principale è chiara: gli aggiornamenti in fase di test, per loro natura, possono contenere bug critici che compromettono la stabilità del sistema.
Le implicazioni per il programma beta e gli utenti finali
Questo episodio rappresenta una battuta d’arresto significativa per il programma beta di Android e getta un’ombra sull’imminente rilascio pubblico del QPR2. I Quarterly Platform Release sono aggiornamenti importanti che introducono nuove funzionalità e correzioni sostanziali tra un’uscita principale e l’altra del sistema operativo. Un ritiro così rapido di una build beta, specialmente a causa di un problema così grave come un boot loop, suggerisce che i test interni non siano riusciti a identificare questo conflitto specifico in tutte le configurazioni hardware possibili. Google dovrà ora analizzare i log di sistema inviati dagli utenti, identificare la radice esatta del problema con l’opzione Desktop Experience e preparare una nuova build Beta 3.1 o procedere direttamente con la Beta 3.2. Per gli utenti che stanno ancora valutando se partecipare a programmi beta simili, l’evento funge da potente promemoria dei rischi intrinseci associati all’utilizzo di software non definitivo sui propri dispositivi quotidiani. La prudenza, in questi casi, non è mai troppa.
