Le voci sul prossimo ciclo di flagship di Google si infittiscono, puntando i riflettori su un possibile, enorme balzo in avanti per la fotocamera. Secondo indiscrezioni diffuse online, il colosso di Mountain View starebbe testando un sensore Sony da 200 megapixel per i modelli Pixel 11 Pro e Pixel 11 Pro XL, previsti per il 2026. Se confermata, questa mossa segnerebbe un’evoluzione tecnologica significativa, spostando l’attenzione dall’elaborazione software a un upgrade hardware di prim’ordine. Con la serie Pixel 10 appena sbarcata sul mercato, i piani di sviluppo per la generazione successiva entrano nel vivo, lasciando intravedere un futuro in cui la fotografia computazionale potrebbe fondersi con una risoluzione senza precedenti.
La notizia, riportata dal leaker Nodar Sikharulidze attraverso la piattaforma X, utilizza il termine specifico “testing”, un dettaglio non trascurabile che sottolinea come il progetto sia ancora in una fase esplorativa e nulla sia definitivo. La presentazione ufficiale dei Google Pixel 11 è attesa tra circa un anno, un lasso di tempo più che sufficiente per affinare le specifiche finali e valutare diverse opzioni. L’ipotesi attuale è che questo nuovo, potentissimo sensore potrebbe debuttare esclusivamente sulle varianti Pro della gamma, mantenendo una distinzione chiara rispetto ai modelli standard. Un salto del genere, da 50 a 200 megapixel, rappresenterebbe la più grande rivoluzione nel comparto fotografico dei Pixel da anni, un cambiamento che una parte della community attendeva già per la serie attuale.
Dai megapixel alla fotografia: cosa cambierebbe per l’utente
Ma cosa significherebbe, nella pratica, un sensore da 200 megapixel per l’utente finale? La risoluzione così elevata non è finalizzata semplicemente a creare foto di dimensioni colossali, ma a raccogliere una quantità di informazioni visive senza precedenti. Questa abbondanza di dati permetterebbe al software di Google, già celebre per i suoi algoritmi di elaborazione computazionale, di lavorare con un materiale di partenza di qualità superiore. Il risultato atteso è un miglioramento tangibile in diversi scenari: zoom digitale di qualità più alta, grazie al ritaglio di una porzione dell’immagine originale ancora ricca di dettagli; prestazioni superiori in condizioni di luce scarsa, attraverso la combinazione di più pixel in uno più grande e sensibile (tecnica binning); e una resa cromatica generale più ricca e precisa. Si tratterebbe, in sostanza, di un matrimonio perfetto tra la potenza hardware di Sony e l’intelligenza software di Google.
Il percorso dei Pixel negli ultimi cicli si è concentrato sull’affinamento del software, con la configurazione del triplo sensore rimasta sostanzialmente invariata dalla serie Pixel 9 fino all’attuale Pixel 10 Pro. Un aggiornamento hardware di questa portata per il Pixel 11 Pro indicherebbe una volontà di Google di non restare indietro nella corsa ai megapixel, un campo di battaglia dove altri produttori, soprattutto cinesi, sono da tempo molto attivi. Tuttavia, la sfida per gli ingegneri di Mountain View non sarà banale: integrare un sensore di tali dimensioni e complessità all’interno di un design sottile, gestendone il consumo energetico e il calore generato, richiederà una progettazione meticolosa.
Il contesto più ampio: Tensor G6 e il programma Superfan
La fotocamera non è l’unico elemento a destare interesse per la serie Pixel 11. Un altro tassello fondamentale sarà l’arrivo del nuovo sistema su chip Tensor G6. Dai documenti trapelati in precedenza, emerge che Google sta lavorando per risolvere definitivamente le criticità legate al surriscaldamento e all’efficienza energetica, proseguendo il cammino di ottimizzazione intrapreso con il Tensor G5. Un processore più freddo ed efficiente è una condizione essenziale per supportare un sensore da 200 megapixel, che richiede una potenza di calcolo notevole per l’elaborazione delle immagini.
Mentre i canali ufficiali mantengono un rigoroso silenzio sulle specifiche, nuove rivelazioni potrebbero giungere da una fonte inedita. Un’indiscrezione circolata nelle settimane scorse suggerisce infatti che Google stia valutando di coinvolgere 15 “Superfan” selezionati per testare in anteprima i prototipi dei dispositivi. Una strategia di marketing che, se confermata, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: da un lato permetterebbe di raccogliere feedback preziosi da utenti molto appassionati, dall’altro aumenterebbe esponenzialmente il rischio di fughe di notizie e immagini ben prima del lancio ufficiale. Questo programma, unito alle voci sul sensore, dipinge un quadro di un ciclo di sviluppo per il Pixel 11 particolarmente ambizioso e potenzialmente rivoluzionario per il brand. Il prossimo anno si preannuncia quindi cruciale per capire se Google deciderà di puntare tutto su una scommessa hardware che potrebbe ridefinire le aspettative per la fotografia mobile.
