Il nuovo Google Pixel 10 introduce il supporto agli sfondi per la funzione Always-on Display, allineandosi alle ultime tendenze del mercato. Un report esclusivo rivela però che il colosso di Mountain View sta già lavorando a un’evoluzione ancora più significativa di questa funzionalità. La modifica in sviluppo, scoperta nel codice di Android Canary, promette di migliorare ulteriormente l’autonomia della batteria e di preservare la longevità del pannello OLED, affrontando due punti cruciali per l’esperienza utente. Questa mossa segna un passo importante per Google nella competizione con i rivali, come Apple con gli iPhone 17 e Samsung con la sua serie Galaxy, dimostrando un approccio più attento all’ottimizzazione software e hardware.
La novità immediatamente visibile sul Pixel 10 è la possibilità di personalizzare l’Always-on Display con lo sfondo della schermata di blocco, un’opzione che fino ad ora era assente nella gamma Pixel. Gli attuali modelli Google, infatti, offrono un controllo minimo sulla funzione, limitandosi alla semplice attivazione o disattivazione. Questo aggiornamento estetico rende l’esperienza più coinvolgente e personalizzabile, ma è solo la punta dell’iceberg. Il vero potenziale di ottimizzazione risiede in una modifica ancora in fase di sviluppo, che potrebbe risolvere un limite dell’implementazione attuale.
La prossima frontiera: lo spegnimento automatico per inattività
Attualmente, i telefoni Pixel sono programmati per disattivare intelligentemente l’Always-on Display in scenari specifici: quando il dispositivo viene posizionato a faccia in giù o quando viene attivata la modalità Sonno. Tuttavia, questa implementazione non è considerata completa. Manca, infatti, una funzionalità che disattivi la funzione dopo un prolungato periodo di inattività dell’utente, una caratteristica già presente da tempo negli smartphone Samsung Galaxy. Questo sistema non solo contribuisce a ridurre il consumo energetico, ma assicura che l’AOD sia pronto all’uso quando serve e, aspetto fondamentale, aiuta a prevenire problemi di burn-in del pannello OLED, aumentandone la longevità.
Il team di Android Authority ha individuato nei codici dell’ultima build di Android Canary i riferimenti a questa nuova funzionalità. La stringa descrittiva, tradotta come “spegni il display in caso di inattività”, lascia pochi dubbi sulle intenzioni di Google. Secondo la descrizione trovata nel codice, l’opzione “spegnerà il display quando non viene rilevata alcuna attività da parte dell’utente per risparmiare energia”. Questo meccanismo intelligente rappresenterebbe un affinamento significativo della gestione energetica del dispositivo, andando a colmare un gap competitivo con i principali rivali.
Un miglioramento necessario nonostante l’efficienza degli OLED moderni
Una critica che potrebbe essere mossa a questa innovazione riguarda l’efficienza già molto elevata dei pannelli OLED moderni. Questi schermi, infatti, sono diventati estremamente parchi nei consumi quando operano in modalità Always-on Display, anche grazie alla capacità di ridurre la frequenza di aggiornamento fino a 1Hz. In queste condizioni, il consumo energetico è già minimo, portando a supporre che il risparmio aggiuntivo offerto dalla nuova funzione potrebbe non essere rivoluzionario in termini di minuti o ore di autonomia complessiva.
Tuttavia, per un telefono della serie Google Pixel, ogni singola ottimizzazione è fondamentale. Prendendo come esempio il Pixel 10 Pro XL, che monta il nuovo chip Tensor G5 più efficiente e una batteria da oltre 5.000 mAh, le recensioni parlano di un’autonomia definita “rispettabile” ma non eccezionale. In un contesto del genere, qualsiasi miglioramento, per quanto incrementale, viene percepito come un vantaggio tangibile. L’attenzione maniacale al dettaglio nel risparmio energetico è ciò che distingue i prodotti di alto livello nel mercato attuale, e Google sembra averlo compreso.
La scoperta di questa funzione nel codice di Android Canary indica che il suo debutto pubblico non è imminente. Potrebbero essere necessari diversi mesi di sviluppo e testing prima che Google la ritenga pronta per il rilascio stabile. Inoltre, non vi è alcuna garanzia che la modifica verrà effettivamente implementata; lo sviluppo software è un processo iterativo in cui alcune funzionalità vengono abbandonate lungo il percorso. Qualora venisse confermata, c’è anche la possibilità concreta che rimanga un’esclusiva per i modelli Pixel più recenti, a partire dal Pixel 10, sfruttando le specifiche ottimizzazioni hardware del nuovo sistema.
L’evoluzione dell’Always-on Display per il Pixel 10 rappresenta quindi una doppia strategia: un aggiornamento estetico immediato per rimanere al passo con la concorrenza e un lavoro di fondo, più sofisticato, per perfezionare l’efficienza e la durata del dispositivo a lungo termine. Questo approccio dimostra una maturazione della filosofia progettuale di Google, sempre più attenta a bilanciare l’innovazione visibile con un’ingegneria solida e ponderata che punta alla qualità complessiva dell’esperienza utente.
