Google avrebbe versato a Samsung una cifra altissima per preinstallare la sua intelligenza artificiale Gemini sui dispositivi Galaxy. È quanto emerge dalle udienze del più recente processo antitrust intentato contro il colosso di Mountain View dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. La rivelazione sottolinea l’importanza strategica della diffusione dei prodotti basati su AI nel consolidamento del dominio di Google nel settore delle ricerche online.
Secondo le informazioni fornite durante il processo, Google effettua pagamenti mensili a Samsung per assicurarsi che l’app Gemini AI sia preinstallata sui suoi smartphone, con un contratto che prevede anche l’opzione di estensione fino al 2028.
Un nuovo capitolo nella battaglia antitrust
La questione si inserisce in un contesto legale ben più ampio. Il Dipartimento di Giustizia ha già puntato il dito in passato contro le pratiche di Google, accusando l’azienda di mantenere un monopolio sulla ricerca online attraverso accordi preferenziali con i produttori di dispositivi.
Uno degli avvocati del DOJ, David Dahlquist, ha dichiarato che Google sta cercando di consolidare ulteriormente la propria posizione dominante utilizzando proprio l’intelligenza artificiale. Gemini, secondo l’accusa, non sarebbe altro che un nuovo strumento per ricondurre gli utenti al motore di ricerca Google, perpetuando il ciclo di dominio nel mercato pubblicitario online.
Gemini al centro della strategia Galaxy AI
L’integrazione di Gemini nei dispositivi Samsung non è un semplice dettaglio tecnico, ma un elemento centrale del nuovo ecosistema Galaxy AI. Con il lancio della serie Galaxy S24, Samsung ha collaborato strettamente con Google per introdurre funzionalità esclusive, alcune delle quali sono rimaste disponibili solo su Galaxy per un periodo limitato.
La partnership tra i due giganti ha portato all’introduzione di strumenti avanzati di AI come traduzioni in tempo reale, riassunti intelligenti e suggerimenti contestuali, tutte tecnologie alimentate da Gemini. Questa stretta collaborazione sembra tuttavia essere il frutto di un accordo finanziario che, secondo Bloomberg, Google considera di valore strategico.
Una cifra enorme, ma non ufficializzata
Sebbene l’importo preciso non sia stato divulgato, Dahlquist ha parlato di “un’enorme somma di denaro”, versata mensilmente da Google a Samsung per garantire la visibilità di Gemini AI sui dispositivi. Il pagamento farebbe parte di una strategia più ampia per imporre i propri servizi AI in un mercato in rapida crescita.
Non è la prima volta che Google ricorre a simili pratiche: già nel processo con Epic Games del 2023 è emerso che l’azienda aveva versato circa 8 miliardi di dollari in quattro anni a Samsung per mantenere Google Search e Play Store preinstallati sui dispositivi mobili.
Un rischio per la concorrenza?
Secondo il DOJ, queste pratiche potrebbero avere un impatto negativo sulla concorrenza e sull’innovazione nel settore delle ricerche online. L’uso dell’intelligenza artificiale per rafforzare un monopolio già consolidato rappresenterebbe una minaccia seria alla libertà di scelta degli utenti e all’equilibrio del mercato.
Le preoccupazioni sono condivise anche da esperti del settore, che temono un nuovo tipo di “tecnomonopolio” in cui le aziende non si limitano più a dominare con i motori di ricerca, ma estendono il controllo anche alle esperienze personalizzate offerte tramite AI.
Il Dipartimento di Giustizia chiede quindi misure drastiche, tra cui la possibile vendita del browser Chrome e limitazioni sui pagamenti a terze parti per l’integrazione di prodotti Google. Una decisione in tal senso potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri del settore tech nei prossimi anni.
Nel frattempo, resta da capire se Google proseguirà nella stessa direzione o se sarà costretta a rivedere la sua strategia globale in materia di intelligenza artificiale e distribuzione dei propri servizi.