L’ecosistema domotico di Google subisce un cambiamento significativo con la rimozione definitiva della funzione “Chiama casa” dall’app Google Home.
L’aggiornamento, distribuito nelle ultime settimane, cancella una feature introdotta nel 2019 che permetteva di effettuare chiamate vocali e video dirette verso dispositivi come Nest Hub e Nest Hub Max.
La decisione dell’azienda di Mountain View sposta l’intera esperienza di comunicazione domestica sulla piattaforma Google Meet, garantendo una continuità solo parziale del servizio.
La scomparsa dell’opzione dall’interfaccia principale dell’app ha generato immediate reazioni nella comunità degli utenti, soprattutto tra le famiglie che la utilizzavano come strumento di comunicazione interno.
La fine di un’era per le chiamate domestiche dirette
La tecnologia alla base di “Chiama casa” sfruttava l’infrastruttura di Google Duo, servizio successivamente fuso in Google Meet.
La funzione permetteva di avviare chiamate dirette da smartphone verso gli smart display compatibili presenti in casa, senza necessità che il destinatario rispondesse attivamente sul dispositivo.
Era particolarmente utile per contattare familiari, specialmente bambini, che non avevano un telefono cellulare personale a disposizione.
Con l’ultimo aggiornamento, ogni riferimento testuale e visivo alla funzione è stato rimosso dalla schermata principale dell’applicazione Google Home.
Gli utenti che tenteranno di effettuare una chiamata troveranno ora solo l’opzione per avviare un meeting su Google Meet, il che richiede un’azione di accettazione esplicita da parte del ricevente sullo smart display.
Questa modifica altera profondamente la dinamica di comunicazione istantanea e “a senso unico” che caratterizzava il servizio originale.
Reazioni della community e casi d’uso perduti
Le prime segnalazioni della scomparsa sono emerse sulla community Reddit, dove gli utenti hanno notato l’assenza dell’opzione già dalla scorsa settimana.
Successivamente, l’analisi condotta dalla testata specializzata 9to5Google ha confermato la rimozione, esaminando il comportamento del software aggiornato.
Nei thread di discussione e su siti come PiunikaWeb, molti utenti hanno espresso disappunto, sottolineando come la funzione andasse oltre l’uso occasionale.
Era diventata uno strumento organizzativo essenziale per la gestione familiare.
L’autore di un post originale su Reddit ha spiegato che “Chiama casa” costituiva il metodo principale per comunicare con i figli rimasti in abitazione, in assenza di una linea telefonica fissa tradizionale.
La rimozione viene percepita non come un semplice aggiornamento, ma come la perdita di una funzionalità cardine per l’interazione domestica.
Un altro cambiamento minore, ma notato, riguarda il pulsante “Trasmetti” per inviare messaggi vocali agli speaker, anch’esso rimosso dall’interfaccia pur rimanendo accessibile via comando vocale a Google Assistant o attraverso l’app Gemini.
La riorganizzazione dell’ecosistema Google
La mossa non sembra isolata, ma rientra in un più ampio piano di riorganizzazione e semplificazione dei prodotti e servizi Google.
L’azienda sta progressivamente unificando le esperienze e migrando funzioni tra le sue varie piattaforme per ridurre la frammentazione.
Esempi recenti includono l’introduzione della popolare funzione “Riassunto” di YouTube Music direttamente sulla piattaforma video principale, YouTube.
Parallelamente, l’app per prendere appunti Google Keep sta subendo modifiche sostanziali, con la gestione dei promemoria che verrà gradualmente migrata verso l’applicazione dedicata Google Task.
Questa strategia di consolidamento mira a creare ecosistemi più coesi, ma spesso si traduce nella soppressione di feature apprezzate da nicchie di utenti.
Nel caso specifico di Google Home, la scelta di deprecare “Chiama casa” a favore di Meet appare dettata dalla volontà di concentrare tutti i servizi di comunicazione video su un’unica piattaforma, più orientata al business e alle riunioni formali.
Il futuro della comunicazione domestica con Google
Con la transizione forzata verso Google Meet, la comunicazione domestica perde il suo carattere di immediatezza e informalità.
Meet, pur essendo un servizio robusto e ricco di funzioni, è progettato per meeting preordinati o chiamate che richiedono una risposta attiva.
La possibilità di “buttare” una chiamata video in salotto per controllare cosa stia succedendo, senza che nessuno debba accettarla, è ora venuta meno.
Gli utenti dovranno abituarsi a un flusso diverso: avviare un meeting, attendere che venga accettato sul display di casa e solo allora poter comunicare.
Resta da vedere se Google introdurrà in futuro una modalità “domestica” o “familiare” all’interno di Meet per recuperare parte di quella semplicità.
Per ora, l’unica alternativa per una comunicazione rapida rimangono i comandi vocali broadcast o l’utilizzo di app di messaggistica di terze parti, frammentando l’esperienza nell’ecosistema smart home che Google stessa vorrebbe unificato.
La mossa dimostra come le priorità strategiche di un colosso tecnologico possano a volte divergere dalle abitudini quotidiane e dalle esigenze pratiche degli utenti finali, lasciando un vuoto in attesa di essere colmato da nuove soluzioni.
