La presentazione ufficiale è ancora lontana, ma il futuro Samsung Galaxy S26 Ultra è già al centro di un acceso dibattito che rischia di offuscarne il debutto. La polemica, divampata online, nasce dalle rivelazioni del noto leaker Ice Universe, fonte tradizionalmente attendibile nel mondo tech. Secondo le informazioni trapelate, il teleobiettivo 3x del prossimo flagship sudcoreano rappresenterebbe un significativo downgrade rispetto all’attuale Galaxy S25 Ultra. L’indignazione della community è stata tale da spingere il leaker a lanciare una petizione su Change.org e a redigere una lettera aperta a TM Roh, capo della divisione Mobile di Samsung, chiedendo un cambio di rotta immediato e addirittura le dimissioni dei responsabili della divisione fotocamere.
Le specifiche tecniche finite nel mirino degli appassionati descrivono un sensore per lo zoom 3x da 12 MP che, tuttavia, opererebbe a soli 10 MP tramite ritaglio digitale (crop). I dati che hanno allarmato gli esperti sono l’apertura focale di f/2.4, le dimensioni ridotte del sensore (1/3.94 pollici) e una grandezza dei pixel di appena 1,0 µm. Quest’ultimo parametro è cruciale: pixel più piccoli catturano meno luce, il che si traduce inevitabilmente in una qualità d’immagine inferiore, specialmente in condizioni di luce scarsa o controluce. Un confronto con il sensore IMX754 del Galaxy S25 Ultra confermerebbe questo regresso hardware.
La reazione di Ice Universe è stata immediata e durissima. “Propongo che i dirigenti della divisione fotocamere Samsung si dimettano, invece di limitarsi a parlarne. Quello che hanno fatto è davvero troppo”, ha dichiarato sul suo profilo sociale, dando voce a una frustrazione che serpeggia da tempo tra gli utenti più fedeli del brand. La sua non è stata solo una presa di posizione verbale: il leaker ha infatti tradotto lo scontento in azione concreta, avviando una campagna di protesta strutturata.
La petizione e le otto critiche alla strategia fotografica di Samsung
La petizione su Change.org non si limita a contestare una singola specifica tecnica, ma delinea un quadro di malcontento generale verso l’intera strategia fotografica di Samsung. Il presunto downgrade del teleobiettivo del Galaxy S26 Ultra è visto come l’ultimo anello di una catena di delusioni. Il documento elenca in modo sistematico otto punti critici fondamentali che, secondo i firmatari, stanno erodendo il vantaggio competitivo della compagnia sudcoreana.
Il primo punto accusa Samsung di immobilità tecnologica, evidenziando il riutilizzo ciclico di sensori obsoleti come l’ISOCELL HP2, mentre i concorrenti cinesi, tra cui Huawei, Xiaomi, vivo e Oppo, investono massicciamente in hardware nuovo e di dimensioni maggiori. Il secondo punto riguarda le lacune software persistenti: una gestione dell’HDR spesso incoerente, la presenza di rumore digitale nelle aree in ombra, un bilanciamento del bianco inaffidabile, un ritardo dell’otturatore percepibile e un’eccessiva elaborazione della nitidezza che rende le immagini innaturali.
La terza critica è diretta alla sordità dell’azienda verso il feedback della community. Problemi segnalati per anni, come una resa innaturale dei toni della pelle negli scatti o fastidiosi artefatti in presenza di luci al neon, sarebbero rimasti irrisolti. Quarto punto: una strategia emulativa giudicata controproducente. Samsung avrebbe cercato di inseguire l’estetica “naturale” di Apple, finendo però per ereditare anche i suoi difetti, come la perdita di dettaglio nelle ombre (black crush) e cieli dai colori spenti.
Il quinto elemento di critica investe la qualità inferiore nella ritrattistica, con risultati giudicati sbiaditi e poco vivaci se paragonati alla concorrenza. Segue il problema della frammentazione degli aggiornamenti: le ottimizzazioni software più recenti non verrebbero estese ai modelli meno nuovi, creando disparità nell’esperienza d’uso tra i vari dispositivi Galaxy. Il settimo punto contesta un deficit nell’innovazione legata all’intelligenza artificiale, con algoritmi percepiti come conservativi e meno efficaci di quelli sviluppati da Google o Huawei. L’ottavo e ultimo punto è una sintesi delle preoccupazioni: tutto questo sta portando a una progressiva erosione della fiducia dei consumatori più fedeli.
Le richieste della community e il futuro della fotografia Samsung
La protesta non si ferma alla denuncia. La petizione avanza proposte concrete per una revisione completa della filosofia fotografica di Samsung. Si chiede l’adozione di sensori di ultima generazione, l’implementazione di obiettivi ad apertura variabile per una maggiore versatilità e addirittura l’esplorazione di teleobiettivi da 200 MP per garantire un dettaglio senza precedenti. La richiesta principale, tuttavia, è che l’intelligenza artificiale diventi il pernio centrale dello sviluppo, con algoritmi in grado di competere con quelli dei migliori concorrenti.
Altro punto cruciale è la richiesta di creare canali di comunicazione diretti con la community degli utenti e degli esperti, trasformando il loro feedback da semplice rumore di fondo in una risorsa strategica per lo sviluppo di prodotti migliori. L’azienda di Seul si trova dunque di fronte a una scelta delicata. Può decidere di ignorare le voci di protesta, considerandole il rumore di una nicchia di appassionati, oppure può cogliere l’occasione per ascoltare una parte fondamentale del suo pubblico e rivedere le proprie scelte prima che il Galaxy S26 Ultra entri in produzione.
Il caso dimostra come, nell’era dei social media e delle fughe di notizie, il ciclo di vita di un prodotto inizi ben prima del suo lancio ufficiale. La reputazione di un colosso come Samsung si gioca non solo sul marketing, ma sulla capacità di ascoltare e rispondere alle aspettative di una base di utenti sempre più informata ed esigente. La palla passa ora a TM Roh e al suo team, che dovranno valutare se le accuse di Ice Universe e della community hanno un fondamento e, soprattutto, se è il caso di correre ai ripari per non pregiudicare il successo del prossimo top di gamma.