I prossimi mesi potrebbero segnare una svolta epocale nel mercato dei semiconduttori per dispositivi mobili. Secondo le ultime indiscrezioni, il prossimo chip di punta di Samsung, l’Exynos 2600, si appresta a competere alla pari, se non a superare, i migliori prodotti di Apple e Qualcomm. Dopo anni di prestazioni considerate di serie B rispetto alle controparti Qualcomm Snapdragon, il colosso sudcoreano sembra aver finalmente centrato l’obiettivo, tanto da pianificare il suo utilizzo anche nel futuro top di gamma Galaxy S26 Ultra. Una mossa che segnerebbe il ritorno di Exynos su un dispositivo flagship dopo un lungo periodo di dominio incontrastato di Snapdragon.
Le informazioni, diffuse da un insider generalmente molto affidabile nel campo della produzione di semiconduttori, noto su Twitter come Jukanlosreve, dipingono un quadro tecnico impressionante. I dati condivisi posizionerebbero l’Exynos 2600 addirittura al di sopra del futuro Apple A19 Pro e del Qualcomm Snapdragon 8 Elite Gen 5. Se confermate, queste performance rappresenterebbero un home run per Samsung sotto tutti i punti di vista, segnando un sorpasso tecnologico a lungo atteso.
La Strategia Geografica di Samsung: Corea ed Europa a Guida Exynos
La strategia di distribuzione sembra confermare la rinnovata fiducia di Samsung nel proprio prodotto. Secondo quanto riportato, l’azienda sudcoreana intenderebbe procedere con una suddivisione regionale per i suoi dispositivi di punta. I chip Qualcomm Snapdragon 8 Elite Gen 5 sarebbero destinati ai mercati di Stati Uniti, Cina e Giappone. Al contrario, i mercati coreano ed europeo vedrebbero l’esclusiva adozione del nuovo Exynos 2600. La ripartizione per gli altri mercati rimane al momento non chiarita. È particolarmente significativo notare che la Corea del Sud, patria di Samsung, passerebbe a Exynos. Storicamente, quando sono state adottate suddivisioni geografiche, il mercato domestico è sempre stato riservato ai chip Snapdragon, considerati più prestanti. Questo cambio di rotta è un segnale forte della convinzione di Samsung nelle capacità del suo nuovo sistema su chip.
Resta da capire i punteggi in single-core della CPU, naturalmente, ed è doveroso osservare che la potenza di per sé è un valore che ha poco significato se non si considerano efficienza termica ed energetica. Tuttavia, le premesse sembrano promettere molto bene, soprattutto se paragonate ai deludenti risultati degli ultimi anni.
Il Successo del Processo Produttivo GAA ai 2 Nanometri
Se le indiscrezioni si riveleranno fondate, significherà che Samsung ha finalmente fatto centro con il suo processo produttivo, dopo anni di difficoltà tecniche e ritardi rispetto al principale concorrente, TSMC. Il colosso sudcoreano si è apparentemente lasciato alle spalle il tanto tribolato processo FinFET ed è pronto a passare alla tecnologia d’avanguardia GAA per il nodo di classe 2 nanometri. Questo avanzamento produttivo sembra essere di tale qualità che, a quanto pare, perfino Qualcomm stessa avrebbe commissionato a Samsung la produzione di un certo quantitativo dei suoi Snapdragon 8 Elite Gen 5. Questa collaborazione, se vera, sarebbe un’ulteriore e potentissima conferma della bontà del nuovo processo.
In uno scenario del genere, tutti gli smartphone della serie Galaxy S26 potrebbero montare un chip prodotto fisicamente nelle fonderie di Samsung, a prescindere che si tratti di un Exynos o di uno Snapdragon. Questo consoliderebbe la posizione di Samsung Foundry come forza competitiva e all’avanguardia nel panorama globale della produzione di semiconduttori.
L’eventuale successo dell’Exynos 2600 non sarebbe solo una vittoria di prodotto per la divisione mobile, ma un trionfo per l’intero ecosistema tecnologico della compagnia. Dimostrerebbe la piena maturità della sua divisione di fonderia e la sua capacità di tenere testa a colossi come TSMC. Per i consumatori, in particolare in Europa, questo si tradurrebbe nell’avere tra le mani dispositivi di altissimo livello, finalmente privi di quel gap prestazionale che ha caratterizzato le versioni Exynos dei Galaxy negli anni passati. Il mercato dei chip per smartphone, da lungo tempo dominato da un duopolio di fatto, potrebbe assistere all’ingresso di un terzo attore di peso, con benefici in termini di competizione e innovazione.
