Yael Eisenstat è una consulente informatica nominata dirigente della task force di Facebook dedicata alla lotta contro le fake-news. La donna ha però dichiarato con quanta frustrazione dovesse affrontare il proprio incarico presso Facebook, in quanto l’azienda stessa dietro il social osteggiava i suoi sforzi.
Stando alle sue dichiarazioni infatti, nonostante lo scopo fondante della sua carica fosse quello di ridurre e combattere le bufale e la disinformazione sulla piattaforma, ciò non era nel vero interesse dell’organizzazione. Il problema sta proprio nel modello di business implementato da Facebook.
Questo permette infatti inserzioni pubblicitarie di carattere anche politico (mentre Twitter ha escluso recentemente questa possibilità). Non effettuando controlli di veridicità volutamente, ciò permette ai politici di diffondere dubbie notizie e fare propaganda in modo poco corretto.
A ciò si aggiunge la possibilità di mostrare tali contenuti ad un pubblico ben preciso, individuato dal social grazie alle informazioni sui propri utenti, permettendo dunque campagne pubblicitarie fraudolente ma estremamente mirate ed efficaci.
Il social di Zuckerberg, traendo grande profitto da questo business, non è quindi realmente intenzionata a combattere le fake-news in quanto si avrebbe un danno collaterale sui propri introiti. Cosa ne pensate di questa questione?
Personalmente, credo che dovrebbe essere assolutamente implementato un sistema per verificare i contenuti pubblicitari mostrati a milioni di utenti. La moralità, tuttavia, non sempre si sposa con gli obiettivi e il modo di pensare ed agire di questi colossi.