Cosa succederebbe se alzassi la testa per un istante?

In un mondo dove lo smartphone è parte di noi come se fosse un’estensione non solo del nostro corpo ma anche della nostra anima, abbiamo basato completamente le nostre vite su di essa: prendiamo appunti, immortaliamo momenti unici delle nostre esistenze, costruiamo rapporti interpersonali, manteniamo gli stessi.  Anche se ci troviamo a molti chilometri di distanza e magari non abbiamo la possibilità di vederci se non poche volte all’anno.

In questo senso la tecnologia sembra regalarci una visione di un mondo, nonché di una vita, perfetta ma il vero problema siamo noi esseri umani perché non conosciamo le mezze misure e abusiamo di tutto quello che abbiamo costruito per migliorare la qualità della nostra esistenza.

I rapporti interpersonali seppur sono migliorati di gran lunga, consentendoci di parlare potenzialmente 24 ore su 24, hanno visto una notevole caratterizzazione negativa poiché non solo nella maggior parte dei casi si fa una “radio cronaca” della nostra giornata, ma quest’ultima sarà negativa o positiva basandoci totalmente su dei semplici messaggi. Siamo arrivati al punto di essere felici, o meno, solo se la persona di cui c’interessa veramente qualcosa ha risposto oppure no, ignorando completamente tutto il resto.

Dimentichiamo infatti che siamo umani e le possibili variabili sono infinite, così come il perché quella determinata persona non ha risposto per un determinato lasso di tempo. Tutto ciò non ci interessa realmente e vediamo solo quello che vogliamo vedere: non abbiamo ricevuto alcun riscontro in tempi brevi sul nostro tanto amato quanto odiato smartphone.

La tecnologia ha ucciso in noi il saper aspettare, 20 anni fa per ricevere una risposta ad una semplice lettera servivano settimane e di certo il rapporto tra persone non subiva cambiamenti. Ora invece se non ti scrivo tutti i giorni vuol dire che non tengo a te o se qualcuno ti scrive tutti i giorni sarai più propenso ad affezionarti a quella persona, ma è davvero questo quello che vuoi?

Per lo stesso motivo, ovvero il non saper aspettare, siamo portati a stare incollati sempre al nostro smartphone anche quando siamo in compagnia diventando degli automi che prestano molta più attenzione al contenuto del telefono, che può essere la chat con un’altra persona, un video o qualsiasi altra cosa piuttosto che dare le giuste attenzioni a quella persona che in QUEL momento sta di fianco a te, annichilendolo come se fosse solo un’altra schermata in 3D da cui switchare.

Non c’è più la voglia di raccogliere esperienze durante il giorno e di trovarsi in un rapporto vero a raccontarsi tutto quello che è successo: felicità, rabbia, paure e ansie, ma solo la voglia di scrivere messaggi sterili di una vita che ci scorre addosso come se fosse la pellicola di un film, dove gli attori principali sono quelle poche persone che riescono a vivere in modo completo le proprie esistenze.

Siamo diventati persone sterili che senza uno smartphone si sentono perse anche quando a fianco hanno altre persone pronte a dare tutto per loro. Siamo diventati ciechi perché troppo presi dai nostri smartphone per accorgerci di quanto sia molto più bello un gesto affettuoso che un cuoricino su un’applicazione.

Per cui vi dico, smettete di vivere la vita di qualcun altro e iniziate a vivere VERAMENTE la vostra vita. Quando siete in compagnia chiudete lo smartphone, riponetelo in tasca, accendete gli occhi e godetevi la compagnia di chi sta a fianco e fategli capire quanto sia di gran lunga migliore un mondo fatto di contatti umani.

Quindi mi appello a tutti i folli. I solitari. I ribelli. Quelli che non si adattano. Quelli che non ci stanno. Quelli che sembrano sempre fuori luogo. Quelli che vedono le cose in modo differente. Quelli che non si adattano alle regole e non hanno rispetto per lo status quo. Potete essere d’accordo con loro o non essere d’accordo. Li potete glorificare o diffamare. L’unica cosa che non potete fare è ignorarli. Perché cambiano le cose. Spingono la razza umana in avanti e mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni. Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero.