Sony ha annunciato una nuova funzione per la sua Alpha 7 IV per garantire l’autenticità delle foto. Un’iniziativa pratica per fotoreporter, ma anche in ambito legale o assicurativo.
Da diversi anni il mondo della fotografia cerca di affrontare il tema dell’appropriazione indebita di foto utilizzate per diffondere fake news, ma anche la questione del rispetto dell’attribuzione delle fotografie pubblicate su Internet.
Questa volta tocca a Sony annunciare una nuova iniziativa con l’obiettivo di certificare le foto catturate direttamente nella fotocamera, al momento dello scatto. Concretamente, il produttore giapponese ha annunciato un aggiornamento pianificato per la sua Sony A7 IV volto a integrare una firma crittografica alle foto. Una volta che questa certificazione è stata integrata nelle foto, qualsiasi modifica farà perdere loro questa convalida di autenticità, l’azienda ha indicato in un comunicato stampa: “Qualsiasi modifica di un pixel, qualsiasi alterazione, qualsiasi potenziale frode invaliderà la firma dell’immagine , e il server di certificazione del cliente rileverà la manipolazione durante il suo esame”.
In altre parole, è lo scatto stesso che consentirà di garantire la certificazione di una foto e di far sì che si tratti effettivamente di una foto autentica e non di un’immagine ritoccata. Concretamente, Sony si rivolge principalmente ai fotoreporter con questa funzione, ma anche ai settori della salute o degli esperti legali. Le foto certificate potranno così avere un valore di prova, come indica Sony:
Questa tecnologia può essere utilizzata in particolare per la verifica delle foto di passaporti e documenti di identità, ma va oltre attaccando la manipolazione delle immagini in ambito mediatico, medico e legale. Nei settori delle assicurazioni e dell’edilizia, questa tecnologia offre una soluzione affidabile e sicura, ad esempio per la documentazione dei sinistri.
Tuttavia, Sony non specifica se questa funzione consentirà ancora di mantenere la certificazione dopo lo sviluppo di uno snapshot in formato RAW su software di elaborazione come Lightroom o se solo i file JPG saranno interessati da questa firma elettronica.
Una funzione riservata agli utenti professionali
Per sfruttare questa funzionalità, gli utenti dovranno attivare la modalità firma integrata direttamente all’interno del Sony A7 IV dopo l’aggiornamento. Una volta catturata la foto, basterà verificare su un server di certificazione se la firma crittografica è ancora integrata, nel qual caso si tratterà infatti dell’istantanea originale. Se la firma è scomparsa, la foto è stata ritoccata.
Questa funzione di verifica sarà inizialmente disponibile solo su Sony A7 IV per utenti professionali. Per usufruire di tale funzione, infatti, i consumatori dovranno avvalersi di una specifica licenza. Inoltre, Sony prevede di estendere questa funzione in una seconda volta ad altre fotocamere, oltre alla Sony A7 IV. Possiamo quindi immaginare l’implementazione su altri box ibridi con sensori full frame, come la Sony A7R IV o la Sony A7S III, ma anche su dispositivi più compatti come la Sony A6600 o la Sony RX100 VII.
Ricorda che Sony non è l’unico giocatore a lavorare su un sistema di certificazione dell’autenticità delle foto. Due anni fa, Adobe ha lanciato il proprio sistema di firma elettronica, integrato direttamente nel suo software di editing come Photoshop. Chiamato Content Authenticity Initiative, ti consente di sapere se un’immagine è stata ritoccata in Photoshop o se si tratta di un’istantanea autentica.