Gli incubi di Black Mirror stanno per diventare realtà in Cina

Black Mirror è una serie antologia disponibile sulla piattaforma Netflix, e rappresenta uno dei maggiori successi del catalogo. Ogni episodio è completamente slegato da tutti gli altri e ambientato in un universo narrativo autonomo, per cui gli episodi non vanno per forza visti in sequenza. Ognuno di essi presenta una visione distopica di un immediato futuro in cui la tecnologia ha preso il sopravvento sull’uomo, che non è in grado di gestire in maniera etica nuove scoperte.

Da fan della serie non posso che consigliarne la visione, in quanto le storie oltre ad essere incredibilmente cupe, sono anche verosimili. Il primo episodio della terza stagione è intitolato “Caduta libera” ed è ambientato in un mondo in cui ogni individuo è caratterizzato da un punteggio in una sorta di social network che determina cosa possono fare o meno. Questo aumenta o diminuisce in base alle proprie azioni, relazioni sociali e grado di carriera.

In Cina sta per essere attuato un metodo molto simile a questo, che diventerà poi obbligatorio nel 2020. Attraverso il Social Credit System i cittadini otterranno bonus e malus a seconda del loro comportamento e alle loro relazioni in rete. Tutto ciò influenzerà la loro vita reale, come treni e aerei disponibili, code nei locali, accesso a determinati ristoranti e così via. Questo darà il via ad un’infinita scalata da parte dei cinesi che cercando di migliorare il proprio ranking si vedranno manipolati come burattini.

La speranza è che emerga la chiara vocazione dittatoriale di questa manovra e venga fermata. Purtroppo le visioni del futuro inscenate in film e affini sono spesso precursori di reali innovazioni tecnologiche e cambi culturali. Ma vedere concretizzarsi ciò che è profetizzato in una serie come Black Mirror, che in primis insegna che il lieto fine non esiste, è agghiacciante.

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