Arm Holdings ha ufficialmente svelato la prossima generazione di design per unità di elaborazione centrale (CPU) e unità di elaborazione grafica (GPU), destinati a equipaggiare la futura ondata di chip per dispositivi mobili e non solo.
L’annuncio, atteso dagli addetti ai lavori, segna una svolta epocale non solo sotto il profilo tecnico ma soprattutto per quanto riguarda la strategia di marketing e comunicazione.
La società abbandona infatti la complessa e a volte oscura nomenclatura Cortex, optando per un sistema di denominazione più intuitivo e immediatamente comprensibile, battezzato C-Series.
Addio Cortex, benvenuta C-Series: una guida alla nuova gerarchia
Il cambio di paradigma più evidente per il consumatore finale è la semplificazione dei nomi.
Scompare la storica dicitura Cortex seguita da lettere e numeri (X4, A720, ecc.), sostituita da una nuova logica che ruota attorno al prefisso C1, a cui viene aggiunto un suffisso per indicare la fascia di prestazioni e destinazione d’uso.
Questa mossa, secondo molti analisti, è finalizzata a rendere più chiara la proposta di valore di Arm sia per i suoi partner che per gli utenti finali, creando un’identità di marca più forte e riconoscibile.
La nuova gamma si articola in quattro modelli principali.
La nuova linea di core CPU: da Ultra a Nano
Il fiore all’occhiello della nuova generazione è il C1-Ultra.
Questo core rappresenta il top assoluto di gamma, l’erede diretto dei precedenti core “Custom” o “Prime” noti come Cortex-X.
Nello specifico, succede al Cortex-X925.
Le specifiche tecniche sono impressionanti: raggiunge una frequenza di clock massima di 4,1 GHz e garantisce un incremento delle istruzioni per ciclo (IPC) del 12% rispetto alla generazione precedente.
Ma il miglioramento più significativo riguarda l’efficienza: a parità di prestazioni, il C1-Ultra consuma circa il 28% in meno, un dato cruciale per l’autonomia dei dispositivi flagship.
Al livello immediatamente inferiore si posiziona il C1-Premium.
Architettonicamente, è sostanzialmente identico al fratello maggiore Ultra, ma viene ottimizzato per un migliore bilanciamento tra costi e ingombro.
Le sue dimensioni fisiche sono ridotte del 35%, il che lo rende più compatto ed economico da integrare nei system-on-chip (SoC).
La frequenza operativa massima è leggermente più contenuta, fermandosi a 3,9 GHz.
Per la fascia media, tradizionalmente coperta dalla serie A700, Arm propone il C1-Pro.
Questo core è il successore designato del Cortex-A725.
Offre un solido +11% di IPC e una frequenza massima di 3,5 GHz.
Anche in questo caso, l’efficienza energetica è al centro del progetto, con un risparmio del 26% a parità di carico di lavoro rispetto alla sua controparte precedente.
Chiude la gamma il C1-Nano, dedicato all’efficienza energetica pura e erede del Cortex-A520.
Questo core è progettato per operazioni a bassissimo consumo, con una frequenza operativa che si ferma a 3,0 GHz netti.
Il guadagno in termini di IPC è più moderato, attestandosi tra il +5% e l’+8%, ma mantiene il trend di risparmio energetico del 26%.
Fondamenta comuni: ARMv9.3 e il potenziamento AI con SME2
Tutti i nuovi core C1 condividono una base architetturale solida e all’avanguardia: lo standard ARMv9.3.
Questa scelta garantisce uniformità a livello di istruzione set e sicurezza, integrando tutte le funzionalità più recenti pensate per la protezione dei dati e degli utenti.
Un’altra caratteristica comune è il processo produttivo di ultimissima generazione: tutti i core saranno realizzati con il nodo a 3 nanometri, che contribuisce in maniera decisiva ai miglioramenti in termini di prestazioni e efficienza.
La novità tecnologica più rilevante, tuttavia, è l’introduzione del nuovo set di istruzioni SME2 (Scalable Matrix Extension 2).
Questa tecnologia è espressamente progettata per accelerare i carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale direttamente sulla CPU, senza dover necessariamente demandare tutto il lavoro a un’unità dedicata (NPU) o alla GPU.
I vantaggi sono tangibili: Arm riporta una riduzione della latenza fino a 4,7 volte in attività come il riconoscimento del linguaggio naturale.
Nei benchmark di settore specifici per l’AI, i nuovi core riescono a incrementare i punteggi fino a 3,7 volte.
Questo non sostituisce la necessità di acceleratori hardware dedicati per task AI più complessi, ma rappresenta un potenziamento significativo per l’elaborazione on-device più leggera e reattiva.
Questa riorganizzazione dei brand e il lancio di architetture così potenti pongono Arm in una posizione di forza per dominare il mercato mobile dei prossimi anni e competere con rinnovato vigore nel settore emergente dei PC con architettura Arm, sfidando direttamente colossi come Intel e AMD.
L’attenzione all’efficienza, unita a significativi balzi in avanti nelle prestazioni AI, rispecchia perfettamente le tendenze del mercato, sempre più orientato verso dispositivi intelligenti, sempre connessi e con una lunga autonomia.