Secondo le ultime indiscrezioni riportate da Bloomberg, Apple sta pianificando il rollout completo della famiglia di chip M5, che seguirà la strategia di lancio già consolidata con le generazioni precedenti.
Dopo il debutto sulla versione base del MacBook Pro, l’attenzione si sposta ora sulle varianti più potenti, con M5 Pro e M5 Max previste per l’inizio del 2026, mentre l’M5 Ultra è atteso nella seconda metà dell’anno, destinato a rinnovare il Mac Studio e, con ogni probabilità, anche il Mac Pro.
Questa roadmap completa la transizione verso la piattaforma M5, rappresentando la prossima evoluzione per l’ecosistema di fascia alta di Apple.
La roadmap dei chip Apple M5: dal Pro all’Ultra
La sequenza di lancio della famiglia M5 ripercorrerà la tradizione consolidata da Apple per l’espansione delle proprie architetture.
Le varianti M5 Pro e M5 Max sono le prime in programma, con una finestra temporale prevista per i primi mesi del 2026.
Questi chip andranno ad alimentare i modelli più performanti della gamma MacBook Pro, offrendo un significativo balzo in avanti nelle prestazioni rispetto agli attuali chip M4.
La vera novità di punta, tuttavia, sarà il chip M5 Ultra, il cui debutto è atteso tra giugno e settembre 2026.
Questa tempistica è in linea con quanto osservato per le generazioni precedenti, dove la variante Ultra ha sempre fatto seguito a quelle Pro e Max dopo alcuni mesi.
La tecnologia UltraFusion: il cuore dell’architettura M5 Ultra
Come già avvenuto con l’M1 Ultra e l’M3 Ultra, anche la configurazione M5 Ultra sarà ottenuta unendo due chip M5 Max attraverso la tecnologia proprietaria UltraFusion.
Questo innovativo sistema di interconnessione consente di fondere due System on Chip in un’unica architettura coerente, raddoppiando virtualmente la potenza di calcolo mantenendo un’efficienza energetica ottimale.
Proprio l’assenza del connettore UltraFusion nel chip M4 Max aveva impedito ad Apple di sviluppare una variante M4 Ultra, costringendo l’azienda a presentare nel 2025 un Mac Studio aggiornato con opzioni M4 Max e M3 Ultra.
Con il ritorno di questa tecnologia nell’M5 Max, Apple potrà quindi tornare a proporre l’architettura Ultra anche per la generazione M5.
Mac Studio e Mac Pro: i destinatari naturali dell’M5 Ultra
Le informazioni attualmente disponibili indicano che il futuro Mac Studio si concentrerà principalmente su un’evoluzione interna, con l’M5 Ultra come elemento di novità più significativo.
Non emergono al momento dettagli su modifiche estetiche o funzionali del design, ma l’aggiornamento dovrebbe rafforzare ulteriormente la posizione della macchina nel segmento professionale.
Per quanto riguarda il Mac Pro, la situazione appare più complessa.
Il modello di punta di Apple ha ricevuto un aggiornamento con chip M3 Ultra nel 2025, ma la sua roadmap futura rimane parzialmente incerta.
Tuttavia, considerando l’investimento in architettura Ultra per l’M5, appare probabile che anche il Mac Pro possa beneficiare di questo chip in un aggiornamento successivo.
Nuovi display professionali in sviluppo
Secondo le stesse anticipazioni, Apple starebbe lavorando a due nuovi display professionali, e almeno uno di questi potrebbe essere presentato insieme al Mac Studio nel corso del 2026.
Non è ancora chiaro se si tratterà di un successore diretto del Pro Display XDR o di un modello completamente inedito, pensato per completare l’offerta hardware rivolta al pubblico professionale.
Un nuovo display di fascia alta sarebbe l’ideale complemento per le elevate prestazioni attese dall’M5 Ultra, creando una workstation completa per professionisti della creatività, dell’ingegneria e della ricerca scientifica.
Il ciclo di sviluppo dei chip Apple procede quindi a ritmo serrato, con la famiglia M5 che promette di portare ulteriori miglioramenti nelle prestazioni e nell’efficienza energetica.
Mentre i consumatori attendono i primi modelli con chip M5 base, i professionisti possono già guardare al 2026 come l’anno del prossimo salto generazionale per le workstation Apple, con l’M5 Ultra pronto a stabilire nuovi standard di prestazioni per il computing professionale.
