Il contenzioso legale tra il colosso tecnologico Apple e la casa sviluppatrice di videogiochi Epic Games prosegue senza sosta, attraversando diversi continenti e giurisdizioni.
L’ultimo fronte si è aperto in Australia, dove Apple ha recentemente definito Epic Games come un’azienda che cerca di “non pagare nulla per l’immenso valore che riceve”.
Questa accesa battaglia, nata dalle commissioni imposte dall’App Store, ha il potenziale di ridefinire le regole del mercato delle applicazioni mobili a livello globale.
Le Origini del Conflitto: Le Commissioni dell’App Store e la Ribellione di Epic
All’origine dello scontro vi è il modello di business dell’App Store di Apple.
La società di Cupertino impone a tutti gli sviluppatori una commissione sulle vendite di applicazioni e sugli acquisti integrati, che tradizionalmente si attestava al 30%.
Questo sistema è l’unico canale autorizzato per distribuire software su iPhone e iPad, rendendo Apple il gatekeeper indiscusso del suo ecosistema.
Molti sviluppatori, con Epic Games in prima linea, hanno da tempo giudicato queste tariffe eccessive e anti-competitive.
La crisi è esplosa quando Epic ha deliberatamente violato le linee guida dell’App Store, integrando un proprio sistema di pagamento diretto nel popolare gioco Fortnite.
La risposta di Apple è stata immediata: la rimozione di Fortnite dallo store, una mossa che Epic si aspettava e che ha utilizzato come base per intentare cause legali in multiple nazioni.
Lo Stato del Contenzioso: Vittorie e Sconfitte su Entrambi i Fronti
L’esito delle battaglie legali finora è stato contrastante, a seconda della giurisdizione.
Negli Stati Uniti, un tribunale ha in gran parte dato ragione ad Apple riguardo alla sua definizione di “mercato rilevante”, respingendo l’idea che l’azienda avesse un monopolio illegale.
Tuttavia, la sentenza ha incluso un ordine permanente cruciale: Apple deve consentire agli sviluppatori di includere collegamenti esterni a metodi di pagamento alternativi, al di fuori del suo ecosistema.
Apple ha inizialmente obbedito, ma ha continuato a richiedere una commissione, sebbene ridotta, anche per le transazioni che la bypassavano.
Epic ha quindi riportato l’azienda in tribunale, sostenendo una violazione dello spirito della sentenza, e ha ottenuto un’importante vittoria quando il giudice ha minacciato Apple di sanzioni penali se non avesse rispettato pienamente l’ordine.
Nel frattempo, Fortnite è tornato nell’App Store, riconquistando rapidamente la prima posizione nella classifica dei giochi gratuiti.
Il Fronte Australiano: Il Dibattito sul Sideloading e la Libertà di Scelta
In Australia, il dibattito si è spostato su un tema ancora più fondamentale: la libertà di installare applicazioni da fonti esterne, una pratica nota come sideloading.
I giudici australiani hanno riconosciuto i benefici in termini di sicurezza offerti dall’App Store, che funge da filtro contro software malevolo.
Tuttavia, hanno anche osservato che Apple non può privare gli utenti della scelta, se questi desiderano consapevolmente assumersi dei rischi per accedere a funzionalità o applicazioni non presenti nello store ufficiale.
Epic Games chiede che Apple permetta il sideloading senza applicare alcuna commissione, una richiesta che l’azienda di Tim Cook rifiuta categoricamente.
La posizione di Apple in Australia sembra essere in difficoltà, con i tribunali locali che si stanno mostrando sensibili agli argomenti anti-competitivi.
Questa guerra legale epocale sta mettendo sotto i riflettori il potere di gatekeeping delle piattaforme tecnologiche.
Mentre Epic Games combatte per un ecosistema più aperto e con commissioni più basse, Apple difende il suo modello come garanzia di sicurezza e qualità per l’utente finale.
L’esito finale, che emergerà dalla combinazione di tutte queste sentenze, non solo definirà il futuro finanziario dell’App Store, ma potrebbe anche stabilire un precedente legale che influenzerà l’intero settore tecnologico per gli anni a venire.