Il percorso di Apple verso un ecosistema completamente autosufficiente raggiunge un punto di svolta. La strategia, avviata anni fa con la transizione verso i processori proprietari, vede ora il suo compimento con una decisione che ridefinisce il panorama Mac. L’azienda di Cupertino ha infatti stabilito che macOS Tahoe rappresenta l’aggiornamento finale per l’architettura Intel. Non si tratta solo di un termine per il supporto, ma di una chiara dichiarazione che Apple Silicon guiderà l’innovazione futura nei Mac.
La fine dei major updates per i Mac Intel dopo il rilascio autunnale di macOS 26 è una scelta strategica che libera Apple da un notevole onere tecnico. Sostenere due architetture diverse limita la capacità di spingere l’innovazione al massimo. L’invito rivolto agli sviluppatori durante la WWDC 2025 è stato chiaro: è il momento di concentrare ogni sforzo sulle versioni delle app per Apple Silicon, le uniche che potranno beneficiare delle tecnologie future. Per gli utenti attuali, l’azienda costruisce un ponte di sicurezza: sebbene le nuove funzioni cesseranno, i Mac Intel idonei riceveranno patch di sicurezza cruciali per altri tre anni, un periodo che garantisce una transizione serena verso le nuove macchine.
macOS Tahoe si presenta quindi con una doppia anima. Da un lato, costituisce un’eredità ricca di novità per la base installata, dall’altro pone le fondamenta per le esclusive capacità future dei chip Apple. Il nuovo linguaggio di design, chiamato Liquid Glass, è l’emblema di questa visione unificata e si estende anche a iOS 26 e iPadOS 26. Trasparenze dinamiche e riflessi che reagiscono alla luce creano un’estetica fluida e coerente su tutti i dispositivi. Le funzionalità pratiche si evolvono con uno Spotlight potenziato, capace di ricerca semantica e suggerimenti generati dall’intelligenza artificiale, e con l’integrazione di app come Telefono e delle Live Activities di iPhone, che rendono il Mac un centro di controllo ancora più completo.
La mappa della compatibilità: quali dispositivi riceveranno gli aggiornamenti
La mappa della compatibilità per i prossimi sistemi operativi disegna una geografia precisa delle priorità di Apple. Per macOS Tahoe, l’elenco privilegia in modo quasi totale i Mac con processore proprietario, con solo due macchine Intel di fascia alta che ricevono un ultimo aggiornamento di cortesia.
- MacBook Air con Apple Silicon (dal 2020)
- MacBook Pro con Apple Silicon (dal 2020)
- MacBook Pro 16″ (2019) – Intel
- MacBook Pro 13″ (2020 con quattro porte Thunderbolt 3) – Intel
- iMac (dal 2020)
- Mac mini (dal 2020)
- Mac Studio (dal 2022)
- Mac Pro (dal 2019)
Anche il mondo mobile segue questa filosofia di stratificazione. Con iOS 26 e iPadOS 26, Apple garantisce l’aggiornamento a un’ampia gamma di dispositivi, alcuni anche datati, per quanto riguarda l’interfaccia Liquid Glass e le funzioni di base. Tuttavia, l’accesso al livello superiore dell’esperienza, quello definito da Apple Intelligence, è strettamente riservato all’hardware più recente e potente. Per gli iPhone, le funzioni AI avanzate richiedono almeno un iPhone 15 Pro o i modelli della serie iPhone 16.
- Tutta la gamma iPhone 16 e iPhone 15
- Tutta la gamma iPhone 14, iPhone 13, iPhone 12, iPhone 11
- iPhone SE (dalla seconda generazione)
Per gli iPad, la logica è la stessa: l’aggiornamento a iPadOS 26 è generoso, ma le nuove capacità di Apple Intelligence sono un’esclusiva dei modelli con processore M1 o superiore, con una specifica eccezione per l’iPad mini dotato di chip A17 Pro.
- iPad Pro con chip M4
- iPad Pro 12.9″ (dalla terza generazione)
- iPad Pro 11″ (dalla prima generazione)
- iPad Air con chip M3 o M2
- iPad Air (dalla terza generazione)
- iPad con chip A16
- iPad (dall’ottava generazione)
- iPad mini con chip A17 Pro
- iPad mini (dalla quinta generazione)
Le decisioni annunciate alla WWDC 2025 cementano la visione di Apple per un’esperienza utente totalmente controllata, dal silicio al pixel. L’abbandono del supporto a Intel non è una perdita, ma il presupposto necessario per una nuova generazione di software profondamente intrecciato con l’hardware. Gli utenti possiedono ora una chiara visione del futuro: un ecosistema coeso, potente e intelligente, costruito su fondamenta fatte in casa.
