Dopo il lancio ufficiale di Android 16 sui dispositivi Google Pixel, l’attenzione si sposta ora sugli altri produttori. Motorola ha iniziato ad aggiornare la propria documentazione online, rivelando quali smartphone riceveranno il nuovo sistema operativo. La lista, ancora probabilmente incompleta, offre comunque un primo sguardo sulle strategie dell’azienda.
Come anticipato, Google ha già distribuito Android 16 sui suoi Pixel più recenti, ma per gli altri brand il processo richiede più tempo. Questo dipende dalla natura stessa di Android: Google sviluppa il codice sorgente, ma spetta poi ai produttori adattarlo ai propri dispositivi e distribuirlo agli utenti finali. Le tempistiche variano da qualche settimana a diversi mesi.
La lista (parziale) di Motorola
Dalla documentazione aggiornata da Motorola, emerge che Android 16 arriverà principalmente su smartphone di fascia alta e media lanciati tra il 2024 e il 2025. Un’eccezione è rappresentata dall’Edge 40 Pro, modello del 2023 incluso nell’elenco. Tuttavia, diverse assenze fanno discutere, a cominciare dal RAZR 2024, che non sembra avere motivi tecnici per essere escluso dall’aggiornamento.
Motorola non gode di una reputazione impeccabile per quanto riguarda il supporto software. Storicamente, l’azienda ha spesso deluso gli utenti sia per la durata limitata degli aggiornamenti sia per le lunghe attese tra il rilascio ufficiale di Android e l’effettiva distribuzione sui propri dispositivi.
Perché i tempi sono più lunghi per i produttori terzi?
Android è un sistema operativo open source, ma questo non significa che i produttori possano distribuirlo immediatamente. Google rilascia il codice sorgente, comprese le versioni beta e le anteprime per sviluppatori, ma ogni azienda deve poi personalizzarlo per i propri dispositivi. Questo processo include:
- L’integrazione con hardware specifico
- L’ottimizzazione delle prestazioni
- L’aggiunta di funzionalità proprietarie
- I test di stabilità e sicurezza
Motorola, come altri brand, deve quindi dedicare risorse a questo lavoro, il che spiega i ritardi rispetto ai Pixel. Resta da vedere se, questa volta, l’azienda riuscirà a migliorare le proprie performance e a soddisfare le aspettative degli utenti.