L’ultimo aggiornamento mensile della sicurezza di Android, destinato a proteggere i dispositivi dalle minacce digitali, si è trasformato in un incubo per gli utenti dei nuovissimi Google Pixel 10 e Pixel 10 Pro. Invece di portare solo migliorie, il firmware ha introdotto un bug critico che causa il crash frequente e ripetuto delle applicazioni, rendendo di fatto inutilizzabili smartphone di ultima generazione appena immessi sul mercato. Dopo giorni di segnalazioni e frustrazione dilagante, Google è infine intervenuta distribuendo una correzione definitiva direttamente lato server, senza richiedere alcuna azione da parte dell’utente.
Le segnalazioni sono iniziate a fioccare sui forum di supporto e sui social network poco dopo l’installazione dell’aggiornamento di sicurezza. Il malfunzionamento si manifestava principalmente con le applicazioni che non riuscivano ad avviarsi, bloccandosi indefinitamente sulla schermata di benvenuto, il cosiddetto splash screen. In altri casi, meno frequenti, l’applicazione si caricava ma diventava completamente non responsiva ai tocchi dell’utente, per poi chiudersi inaspettatamente dopo qualche secondo. L’entità del problema variava da dispositivo a dispositivo, ma in numerosi casi il telefono risultava talmente instabile da essere praticamente inutilizzabile per le attività quotidiane.
Dalle discussioni online è emerso che il Google Pixel 10 Pro sembrava essere il modello più colpito dal bug, con un tasso di incidenza significativamente più alto rispetto alla versione base. La situazione ha generato un’ondata di frustrazione tra i consumatori, molti dei quali avevano acquistato il dispositivo da pochissimo tempo, trovandosi con un prodotto ad alta tecnologia incapace di svolgere le funzioni basilari. La comunità degli utenti, in assenza di una comunicazione ufficiale immediata da parte di Google, ha iniziato a testare e condividere soluzioni temporanee. Le misure più efficaci sembravano essere un reset completo dei Google Play Services e del Google Play Store, che prevedeva la cancellazione di cache e dati e la disinstallazione degli aggiornamenti. Sebbene queste operazioni dessero un sollievo temporaneo, non rappresentavano una soluzione permanente al problema.
La Soluzione Definitiva Arriva da Google
La svolta è arrivata tramite una fonte autorevole: Artem Russakovskii, fondatore dei noti siti Android Police e APKMirror. Attraverso il suo account su X, l’esperto ha confermato che Google aveva identificato e risolto il problema. “Alright, got confirmation that the Pixel crashing/hanging apps fix is server-side”, ha twittato Russakovskii, specificando che la correzione era stata implementata direttamente sui server di Google e che all’interno dell’azienda sarebbe stato avviato un post-mortem per analizzare l’accaduto. Ha inoltre aggiunto che il problema relativo all’Android System Intelligence, un altro malfunzionamento minore, era ancora in fase di risoluzione.
Questa modalità di intervento, definita “lato server”, è la migliore possibile per l’utente finale. Significa che non è necessario scaricare un nuovo aggiornamento del sistema operativo o delle applicazioni. Il fix viene applicato in modo trasparente e automatico da remoto, senza che l’utente debba compiere alcuna operazione manuale. Semplicemente, nel giro di qualche ora dalla distribuzione, le applicazioni sui Pixel 10 colpiti dal bug dovrebbero aver ripreso a funzionare normalmente, smettendo di bloccarsi e di andare in crash.
L’episodio, sebbene risolto in tempi relativamente rapidi, getta nuovamente luce sulla criticità dei processi di testing degli aggiornamenti software, specialmente quando coinvolgono dispositivi di punta appena lanciati. L’auspicio, come espresso dallo stesso Russakovskii citando le sue fonti interne, è che incidenti di questa portata, in grado di compromettere l’esperienza d’uso fondamentale di un telefono, non si verifichino più in futuro. Per gli utenti, la tempestività della correzione è un elemento positivo, ma l’accaduto rimane un monito sull’importanza di cicli di sviluppo e collaudo ancora più rigorosi.