La Commissione europea ha emesso il verdetto conclusivo dell’indagine sul social network X, infliggendo una sanzione pecuniaria di 120 milioni di euro.
La decisione, basata su violazioni del Digital Services Act, accusa la piattaforma di progettazione ingannevole per il suo sistema di verifica a pagamento e di aver eretto barriere illegittime all’accesso ai dati pubblici per i ricercatori e al repository degli annunci pubblicitari.
X ha ora 60 giorni lavorativi per presentare un piano correttivo dettagliato alla Commissione, rischiando ulteriori provvedimenti in caso di inadempienza.
Il cuore della sanzione risiede nella valutazione del celebre segno di spunta blu.
Secondo le autorità europee, il simbolo, che un tempo denotava account verificati di personaggi pubblici, è diventato fuorviante dopo la decisione dell’azienda di renderlo accessibile a chiunque tramite un abbonamento.
La Commissione sostiene che questo sistema suggerisca erroneamente all’utente comune una verifica dell’identità del titolare dell’account, mentre in realtà chiunque può pagare per ottenerlo “senza che l’azienda verificasse in modo significativo chi c’è dietro l’account”.
Questa condotta è stata giudicata una chiara violazione dell’obbligo, sancito dal DSA, di “vietare pratiche di progettazione ingannevoli sui propri servizi”.
Archivio pubblicitario opaco e accesso ai dati bloccato
Le irregolarità contestate a X, di proprietà di Elon Musk, non si limitano al sistema di verifica.
Un secondo capitolo cruciale riguarda il repository pubblicitario, l’archivio che per legge deve rendere trasparenti chi paga, cosa pubblicizza e a chi si rivolge.
Secondo Bruxelles, l’archivio di X non soddisfa i requisiti di trasparenza e accessibilità.
La Commissione ha evidenziato come “repository pubblicitari accessibili e consultabili siano fondamentali per i ricercatori e la società civile per individuare truffe, campagne di minacce ibride, operazioni di informazione coordinate e pubblicità false”.
Invece, X avrebbe incorporato “caratteristiche di progettazione e barriere all’accesso, come ritardi eccessivi nell’elaborazione, che compromettono lo scopo dei repository di annunci”.
Mancano inoltre informazioni essenziali come il contenuto specifico dell’annuncio, l’argomento trattato e l’identità dell’entità legale che finanzia la pubblicità.
La terza grave violazione concerne l’accesso ai dati pubblici della piattaforma per i ricercatori accademici.
Il DSA impone alle grandi piattaforme online di garantire tale accesso per studi indipendenti sui rischi sistemici, dalla disinformazione alla manipolazione del discorso pubblico.
La Commissione accusa X di aver disatteso questo obbligo, poiché i suoi termini di servizio vietano esplicitamente tecniche di scraping dei dati pubblici e le procedure alternative di accesso “impongono barriere inutili, compromettendo di fatto la ricerca su diversi rischi sistemici nell’UE”.
Le scadenze stringenti per la compliance e il ruolo del Board
La decisione della Commissione, guidata dalla vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, stabilisce scadenze precise per il riallineamento di X alle norme europee.
Il social network ha l’obbligo di:
- Informare la Commissione europea, entro 60 giorni lavorativi, sulle “misure specifiche” pianificate per porre fine alla violazione legata al segno di spunta blu ingannevole.
- Regolarizzare entro 90 giorni sia l’archivio degli annunci pubblicitari che le modalità di accesso ai dati per i ricercatori idonei.
Il percorso di compliance prevede un ruolo chiave per il Board of Digital Services, l’organo che riunisce i regolatori nazionali.
Una volta ricevuto il piano d’azione da X, il Board avrà un mese per esprimere un parere.
Successivamente, spetterà alla Commissione europea, entro un ulteriore mese, prendere una decisione definitiva e “stabilire un periodo di attuazione ragionevole” per le modifiche richieste.
Questa sanzione rappresenta uno dei primi e più significativi test dell’applicazione del Digital Services Act contro una delle piattaforme online più influenti al mondo.
Manda un segnale inequivocabile sulla determinazione dell’Unione Europea a far rispettare le nuove regole del digitale, ponendo l’accento sulla trasparenza, la responsabilità delle piattaforme e la protezione degli utenti dalle interfacce ingannevoli.
La risposta di X e la sua capacità di adeguarsi in tempi brevi saranno ora sotto la lente d’ingrandimento delle istituzioni europee e del mercato, con possibili ulteriori conseguenze, anche finanziarie, in caso di mancato rispetto delle prescrizioni.
