La Reuters ha riportato che Google starebbe pianificando la costruzione di un grande centro dati per l’intelligenza artificiale sull’Isola di Natale, un territorio australiano di 135 chilometri quadrati nell’Oceano Indiano, a seguito di un accordo di cloud computing con i militari australiani.
La notizia, che posizionerebbe l’infrastruttura in un punto strategicamente cruciale per il monitoraggio delle attività navali cinesi, è stata però categoricamente smentita dal colosso tecnologico, aprendo un dibattito sulle reali intenzioni del progetto e sul suo impatto geopolitico.
Google ha dichiarato ad Ars Technica che l’iniziativa è in realtà una continuazione del piano Australia Connect, focalizzato esclusivamente su infrastrutture di cavi sottomarini per migliorare la connettività digitale nella regione Indo-Pacifico.
La Denuncia della Reuters e la Smentita Ufficiale di Google
L’agenzia di stampa Reuters, basandosi su documenti che afferma di aver visionato, ha sostenuto che Google avrebbe intenzione di realizzare un’avanzata infrastruttura per l’IA sull’Isola di Natale.
Secondo i rapporti, la localizzazione non sarebbe casuale: analisti strategici militari considerano infatti l’isola un avamposto fondamentale per osservare i movimenti della marina militare cinese nelle acque internazionali.
La risposta di Google non si è fatta attendere ed è stata netta.
“Non stiamo costruendo ‘un grande centro dati per l’intelligenza artificiale’ sull’Isola di Natale”, ha affermato un portavoce dell’azienda.
“Questo è un proseguimento del nostro lavoro per Australia Connect finalizzato a fornire infrastrutture di cavi sottomarini, e non vediamo l’ora di condividere maggiori dettagli a breve”.
Nonostante la smentita ufficiale, Reuters non ha ritirato il proprio articolo, mantenendo ferma la propria posizione.
Australia Connect e il Progetto Bosun: I Cavi Sottomarini al Centro
Ciò che Google ha confermato pubblicamente è l’iniziativa Australia Connect, annunciata nel novembre 2024.
Questo progetto ambizioso ha come obiettivo primario potenziare la resilienza e la capacità digitale dell’intera regione Indo-Pacifico attraverso una rete di cavi sottomarini in fibra ottica.
Il fulcro di questa impresa è il cavo sottomarino Battezzato “Bosun”.
Il nome è un omaggio duplice: da un lato richiama la Fetonta codabianca, l’iconico uccello dell’Isola di Natale, e dall’altro il termine marinaresco che indica il capo dei marinai su una nave.
Il cavo Bosun collegherà direttamente Darwin, nel nord dell’Australia, all’Isola di Natale, garantendo poi una connessione in avanti verso Singapore.
A questo si aggiungerà un cavo di interconnessione supplementare che collegherà Melbourne, Perth e l’Isola di Natale, creando così nuovi percorsi digitali e ridondanti in tutta l’area.
Collaborazioni e Collegamenti con la Rete Globale
L’impegno di Google non si ferma ai soli cavi sottomarini.
L’azienda di Mountain View sta collaborando con partner locali, come l’operatore di telecomunicazioni Vocus, per implementare coppie di fibre ottiche terrestri che collegheranno Darwin alla Sunshine Coast.
Questo collegamento terrestre è fondamentale, in quanto andrà a unire il cavo Bosun con un altro sistema sottomarino di primaria importanza: il cavo Tabua.
Il Tabua è l’infrastruttura che collega direttamente gli Stati Uniti, l’Australia e le Fiji, inserendo di fatto il progetto Australia Connect in una rete di comunicazione globale ad altissima velocità e capacità.
Google ha già presentato domanda per le necessarie approvazioni ambientali per la costruzione del cavo sottomarino che collegherà l’isola a Darwin, località dove i Marines statunitensi sono regolarmente di stanza per periodi di sei mesi ogni anno.
L’Isola di Natale: Tra Migrazioni di Granchi e Geopolitica
Al di là delle questioni tecnologiche e strategiche, l’Isola di Natale è celebre in tutto il mondo per un fenomeno naturale spettacolare: la massiccia migrazione annuale dei granchi rossi.
Oltre cento milioni di questi crostacei attraversano l’isola per raggiungere il mare e deporre le uova, creando un tappeto rosso vivente che richiama l’attenzione di naturalisti e turisti.
Questo aspetto rende ancora più delicato qualsiasi progetto di costruzione di grandi infrastrutture, sottolineando la necessità di un’attenta valutazione di impatto ambientale.
La sovrapposizione tra l’importanza ecologica dell’isola e il suo potenziale valore strategico per le comunicazioni globali e la difesa crea un contesto complesso.
La vicenda solleva interrogativi sul futuro di territori remoti, sempre più al centro degli interessi delle grandi potenze tecnologiche e degli stati per il controllo del flusso di dati, la nuova risorsa più preziosa del ventunesimo secolo.
Mentre Google insiste sulla natura puramente connettiva del suo progetto, la persistenza delle voci su un centro dati per l’intelligenza artificiale lascia intendere che, in un’epoca di competizione tecnologica globale, anche un’isola remota può diventare un pezzo sulla scacchiera delle grandi potenze.
