Il capo di OpenAI, Sam Altman, ha annunciato con soddisfazione un miglioramento apparentemente minore nel comportamento di ChatGPT: il chatbot ha finalmente imparato a obbedire alle istruzioni personalizzate che gli vietano l’uso dei trattini lunghi, o em-dash. Questo piccolo successo, celebrato su X, arriva dopo anni di lamentele da parte degli utenti e a pochi giorni dal lancio del nuovo modello GPT-5.1. Tuttavia, il fatto che ci siano voluti tre anni per controllare un semplice segno di punteggiatura solleva dubbi profondi sul reale controllo che gli sviluppatori hanno sull’intelligenza artificiale e sulla distanza che separa la tecnologia attuale dalla tanto declamata Intelligenza Generale Artificiale.
La notizia è stata diffusa in prima persona da Sam Altman attraverso un post sul social network X. “Piccola-ma-felice vittoria: Se dici a ChatGPT di non usare i trattini lunghi nelle tue istruzioni personalizzate, finalmente fa quello che dovrebbe fare!”, ha scritto l’amministratore delegato di OpenAI. L’annuncio, giovedì sera, è stato accolto con reazioni contrastanti dalla comunità di utenti, molti dei quali hanno combattuto a lungo per far rispettare al chatbot le loro preferenze di formattazione più basilari. Per anni, l’uso eccessivo e spesso incongruo del trattino lungo è stato considerato da molti una spia inconfondibile di un testo generato dall’intelligenza artificiale, un tic stilistico che, sebbene talvolta imitato anche dagli esseri umani, caratterizzava in modo marcato le produzioni di ChatGPT e di altri chatbot concorrenti.
Questa “vittoria minima”, però, cela una questione di portata enorme. Se l’azienda di intelligenza artificiale più valuta al mondo ha faticato per anni a imporre il controllo su un elemento così semplice come l’uso della punteggiatura, che cosa questo dice sulla nostra effettiva padronanza di tecnologie più complesse? L’episodio getta un’ombra di scetticismo sulle affermazioni ottimistiche di alcuni leader del settore riguardo all’imminente arrivo dell’Intelligenza Generale Artificiale, spesso abbreviata in IGA. Un utente di X ha commentato in modo caustico la notizia di Altman: “Il fatto che siano passati 3 anni dal primo lancio di ChatGPT, e che solo ora siate riusciti a fargli obbedire a questo semplice requisito, la dice lunga su quanto poco controllo abbiate su di esso, e sulla vostra comprensione dei suoi meccanismi interni. Non è un buon segno per il futuro”.
Il Divario tra l’Aspirazione e la Realtà
Mentre Sam Altman, nel suo ruolo di volto pubblico di OpenAI, parla frequentemente e con facilità di concetti futuristici come l’Intelligenza Generale Artificiale, la superintelligenza e una “magica intelligenza nel cielo” per attrarre investimenti, la realtà odierna dei prodotti dell’azienda sembra rimanere ancorata a problemi terreni. La difficoltà nel governare un singolo segno di interpunzione evidenzia il divario significativo che esiste tra le ambizioni dichiarate e l’affidabilità pratica degli strumenti di intelligenza artificiale attualmente a disposizione. Non si tratta più solo di creare un modello linguistico che scriva in modo fluido e coerente, ma di garantirne un’effettiva e precisa plasmabilità secondo le intenzioni dell’utente, un obiettivo che si sta rivelando più complesso del previsto.
Il rilascio di questa modifica è avvenuto a pochi giorni di distanza dall’introduzione del nuovo modello GPT-5.1, un aggiornamento che promette miglioramenti incrementali nelle prestazioni. Tuttavia, per l’utente medio, un aggiustamento come questo, che riguarda l’aderenza a istruzioni specifiche, può essere percepito come più tangibile e utile di un generico aumento della potenza di calcolo. La sfida per OpenAI e per l’intero settore non è solo sviluppare modelli più potenti, ma anche renderli più prevedibili, controllabili e allineati con le richieste umane. La questione dei trattini lunghi diventa, in questo contesto, un esempio simbolico di una battaglia più ampia per il dominio sulla tecnologia che stiamo creando. La strada verso un’intelligenza artificiale veramente generale e affidabile sembra, alla luce di questi piccoli intoppi, ancora lunga e irta di ostacoli imprevisti.
