L’ecosistema della messaggistica istantanea in Europa è sul punto di cambiare volto. WhatsApp, l’app di Meta con oltre due miliardi di utenti globali, sta infatti testando una funzionalità che permetterà di comunicare con utenti di altre piattaforme, come Telegram o Signal, direttamente dalla propria interfaccia. Questo storico passo, che segna una svolta epocale per un’applicazione finora chiusa, non nasce da una scelta puramente commerciale, ma è una risposta diretta alle prescrizioni del Digital Markets Act (DMA), la normativa europea sui mercati digitali che impone l’interoperabilità ai cosiddetti “guardiani del gate”. L’obiettivo del legislatore è chiaro: spezzare i “giardini murati” delle grandi piattaforme, garantendo una maggiore libertà di scelta e un mercato più concorrenziale per i consumatori europei.
Il DMA come motore del cambiamento nel mondo della messaggistica
Il Digital Markets Act rappresenta uno dei pilastri della strategia digitale dell’Unione Europea. La sua missione è regolamentare il potere delle grandi compagnie tecnologiche, identificate come “guardiani del gate”, per garantire equità e innovazione. Uno degli obblighi più significativi introdotti dal regolamento è proprio quello dell’interoperabilità tra i vari servizi di messaggistica. In sostanza, le grandi piattaforme, come WhatsApp, devono aprire le proprie infrastrutture per consentire una comunicazione fluida con servizi più piccoli, a patto che questi ultimi rispettino gli stessi stringenti standard di sicurezza. Questo significa che un utente WhatsApp, in futuro, potrà scrivere a un contatto che utilizza esclusivamente un’altra app senza che nessuno dei due debba cambiare applicazione. È la fine dell’isolamento delle piattaforme e l’inizio di un’era di messaggistica interconnessa, guidata non dal mercato ma dalla legge.
Come funzionano i test e cosa aspettarsi
I primi segnali concreti di questo cambiamento sono visibili nella versione beta di WhatsApp per Android, precisamente la build 2.25.33.8. Come riportato dal noto sito specializzato wabetainfo.com, agli utenti tester selezionati in Europa sta comparendo una nuova sezione nel menu Impostazioni > Account, denominata “Chat di terze parti” (Third-party chats). Al momento, l’unica piattaforma di messaggistica supportata in questa fase embrionale dei test è BirdyChat, ma è una situazione destinata a evolversi rapidamente. È importante sottolineare che non sarà WhatsApp a selezionare arbitrariamente le app con cui interoperare; saranno invece le altre piattaforme a dover richiedere formalmente l’integrazione, dimostrando di soddisfare i requisiti tecnici e di sicurezza imposti dal DMA e da Meta.
Gli utenti avranno il controllo su come gestire questa nuova tipologia di conversazioni. L’app, infatti, offrirà la possibilità di avere un’unica inbox combinata, dove le chat native di WhatsApp si mescoleranno a quelle “ibride” con altre app, oppure di mantenere una sezione separata e dedicata a queste ultime, per una gestione più ordinata. Per quanto riguarda l’esperienza d’uso, i test si stanno concentrando inizialmente sulle chat uno-a-uno, mentre la funzionalità per i gruppi che includono utenti di piattaforme diverse non è ancora attiva, ma è confermata in sviluppo.
Compromessi funzionali ma la sicurezza non si tocca
Aprire le porte ad altre app comporta inevitabilmente alcuni compromessi. Non tutte le funzionalità avanzate di WhatsApp saranno disponibili quando si comunica con un utente di un’altra piattaforma. Saranno temporaneamente disabilitate feature come:
- Gli Stati, le storie effimere che scompaiono dopo 24 ore.
- La libreria completa di sticker e le creazioni personalizzate.
- I messaggi effimeri, quelli che si autodistruggono dopo un tempo prestabilito.
Tuttavia, su un principio fondamentale non esiste alcun compromesso: la crittografia end-to-end. Meta ha assicurato che tutte le conversazioni, sia quelle native tra utenti WhatsApp sia quelle interoperabili con altre app, continueranno a essere protette dalla crittografia end-to-end. Questo è un requisito fondamentale per mantenere la fiducia degli utenti e rispettare gli standard di privacy che hanno reso WhatsApp così popolare. La sfida tecnica per garantire questo livello di sicurezza attraverso piattaforme diverse è enorme, ma è un pilastro non negoziabile dettato sia dalla policy aziendale che dalle stesse regole del DMA.
L’implementazione dell’interoperabilità in WhatsApp rappresenta un esperimento senza precedenti nel settore. Se da un lato obbedisce a un obbligo di legge, dall’altro potrebbe ridefinire le dinamiche competitive del mercato, dando una spinta a servizi di messaggistica più piccoli ma tecnologicamente all’avanguardia. Per l’utente europeo, si profila all’orizzonte un futuro in cui la scelta dell’app di messaggistica non sarà più dettata dalla necessità di comunicare con la propria cerchia di contatti, ma potrà essere guidata da preferenze legate all’interfaccia, a funzionalità uniche o a principi etici, senza per questo rimanere isolati. Il muro dei giardini murati inizia a crollare.
